Calcioscommesse, da tabulati e pc nuovi indagati

CREMONA – I conti della ‘compagnia di giro’, i flussi di denaro giocati online sui siti di mezzo mondo, i possibili contatti nascosti dentro pc e agende: i magistrati di Cremona che indagano sul calcioscommesse archiviano la prima fase dell’indagine, avendo avuto dagli stessi arrestati la conferma che le partite venivano manipolate (o quantomeno c’era il tentativo di farlo), e puntano dritti a quel “secondo livello” che in molti tra gli investigatori sospettano essere dietro al giro che ruotava attorno a Signori. Ed infatti altri giocatori, chiamati in causa nelle intercettazioni o nel corso degli interrogatori dei 16 arrestati, finiranno presto nel registro degli indagati e dovranno spiegare la loro posizione.


Prima di procedere alle nuove iscrizioni, però, il procuratore Di Martino attenderà l’interrogatorio di Paoloni, il portiere della Cremonese e poi del Benevento al centro dell’inchiesta: perché vuole sentire direttamente se i nomi finiti nelle intercettazioni come suoi ‘referenti’ per truccare gli incontri siano contatti reali o soltanto millantati. In ogni caso, uno dei primi che potrebbe finire nel registro degli indagati è Sartor, l’ex giocatore dell’Inter indicato dal commercialista Manlio Bruni come l’”intermediario” tra Signori e gli asiatici. L’uomo, insomma, che gestiva il denaro delle scommesse dei bolognesi. Sartor ha ammesso di conoscere Signori e probabilmente già oggi il suo legale prenderà contatto con la procura per spiegare il ruolo del suo assistito.
Risposte importanti gli inquirenti le attendono anche dagli esami tecnici. Sul tavolo degli investigatori sono già arrivati sia i tabulati sia l’analisi delle celle agganciate dai telefoni di Bellavista, Bettarini, Parlato e Pirani. Serviranno ad incrociarli con le date delle partite manipolate e verificare con chi abbiano avuto contatti: potrebbero esserci altri giocatori o personaggi legati al mondo del calcio. L’analisi dei pc richiederà invece più tempo ma sarà fondamentale per ricostruire i flussi di denaro in uscita e, soprattutto, chi ha scommesso e quanto. “Interessanti” vengono poi giudicati i documenti che la Procura federale della Figc ha inviato in Procura: documenti relativi alle partite sospette indicate dai monopoli di Stato e alle denunce ricevute da giocatori e società su presunte combine. Tra le dieci partite di segnalate dai Monopoli, oltre a quelle su cui la procura aveva raccolto le indicazioni di Pirani, anche Chievo-Bologna (2-0) e Lecce-Lazio (2-4).


Davanti ai magistrati sono intanto proseguiti gli interrogatori. Il Gip Guido Salvini ha sentito l’albanese Ismet Mehemeti, definito ‘organizzatore’ del giro delle scommesse, in contatto con Pirani, e Gianluca Tuccella, portiere di una squadra di calcio a 5, facente parte della banda. Ed è stato proprio quest’ultimo ad inguaiare Doni e la stessa Atalanta: ha infatti confermato sia di aver appreso da Pirani che la partita Padova-Atalanta era stata truccata a livello di società sia di aver parlato con un grande amico di Doni il quale gli aveva confermato l’avvenuta combine, tanto che lo stesso capitano aveva giocato 10mila euro sul risultato, tramite una terza persona. Mehemeti ha invece negato ogni coinvolgimento con la ‘cricca’ del pallone, sostenendo di essere soltanto un “piccolo scommettitore” e di esser finito nei guai soltanto per aver fatto da intermediario nella vendita del Ravenna. Piuttosto Mehemeti è stato protagonista di uno scontro a distanza con il ministro degli Esteri Franco Frattini.


Nell’ordinanza di custodia cautelare c’é infatti una telefonata del 16 marzo in cui l’albanese parla con Buffone e dice di esser stato ricevuto dal ministro. In un comunicato ufficiale la procura, che aveva ricevuto una lettera dal ministro, ha smentito “qualsiasi rapporto” tra i due. Ma il suo legale ha detto il contrario “Frattini non è il solo politico italiano con cui ha contatti. E questo perché riveste cariche importanti nell’ambito della comunità albanese in Italia”.