Bersani: “Berlusconi non vota, gli italiani sì”

ROMA – Votare o no. Anche nelle scelte dei politici, a tre giorni dall’apertura delle urne la partita del referendum si gioca tutta sul quorum. Bossi non vota, Fini sì. Il presidente della Camera è, come il capo dello Stato, dell’idea che andare alle urne sia un “dovere” civico. Al contrario, nel centrodestra si rivendica il “diritto” ad astenersi. Mentre il centrosinistra suona la carica della mobilitazione per “quattro sì”.
Intanto, si guarda al voto (e alle indicazioni di voto) dei leader politici. Libertà di coscienza agli elettori hanno lasciato sia Bossi che Berlusconi. Anche per attutire gli effetti sul governo di un eventuale successo dei referendari. Anche nelle fila di Pdl e Lega c’è del resto chi annuncia il sì (due per il leghista Luca Zaia, su nucleare e acqua). Da parte sua, però, “Bossi non andrà a votare”, anticipa Federico Bricolo, mentre per Berlusconi i quesiti sono “inutili”.

“Condivido la posizione del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che sul referendum ha detto di essere un cittadino che ha sempre fatto il proprio dovere”, sottolinea da parte sua Gianfranco Fini, nel ribadire che lui a votare ci andrà. Come gli altri leader del Terzo Polo, Casini e Rutelli. Chi invita all’astensione, una “tattica vigliacca”, “andrebbe denunciato”, secondo Beppe Grillo. Che sui 4 sì alla consultazione si trova d’accordo con Bersani, Di Pietro e Vendola. Ma anche con la segretaria della Cgil Susanna Camusso, convinta che “i referendum sono un’occasione per il Paese per cambiare il suo futuro”.

Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, non ha invece alcuna alcuna intenzione di recarsi alle urne. “Non andrò a votare perché ritengo che siano quesiti piuttosto inutili che servono alla sinistra per mettere in difficoltà il Governo e cercare di ostacolare ancora una volta le riforme del presidente Berlusconi. E non mi pare che servano al Paese”.

Parere opposto a quello di Pier Luigi Bersani, segretario del Pd: “Se non va a votare Berlusconi, ci andranno gli italiani”, commenta ribadendo che “il voto è nel merito dei quesiti, non pro o contro Berlusconi”
“Mi auguro che vincano posizioni che spingano alla modernizzazione del Paese” afferma invece il leader di Fli e presidente della Camera, Gianfranco Fini, parlando alla festa dell’Api a Roma.
– Credo sia importante andare a votare perché depotenziare l’istituto referendario facendo leva sul mancato raggiungimento del quorum sarà anche legittimo ma politicamente sbagliato. E’ importante che si vada a votare affinché si affermi il diritto dell’opinione pubblica per incidere sulle scelte politiche.

I comitati promotori hanno in serbo una miriade di iniziative, dai flash mob alle manifestazioni di piazza. Anche i partiti del centrosinistra sono in prima fila per la mobilitazione per i “4 sì”, senza bandiere né simboli. Motivo per cui Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro non saliranno sul palco di piazza del Popolo, nella kermesse organizzata per oggi, ma lasceranno la parola a esperti e società civile.