Referendum, Maroni: «Le proiezioni dicono che ci sarà quorum». Bindi: «Comunque vittoria politica»

VARESE – ”Io ho solo il dato di ieri sera, non ci saranno altre rilevazioni della partecipazione fino alle 15, quando si chiudono i seggi. Però la proiezione fatta dagli esperti del ministero dell’Interno rispetto al dato di ieri fa pensare che si raggiungerà il quorum per tutti e quattro i referendum, anche senza considerare il voto degli italiani all’estero”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, interpellato al termine di una visita privata al sindaco di Varese, Attilio Fontana.


Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a chi gli chiedeva quale sia la soglia per considerare solida la maggioranza di governo alla verifica del 22 giugno, ha risposto:


– La maggioranza è la metà più uno, come per il referendum. Contrariamente a quello che diceva Andreotti – ha aggiunto l’esponente leghista – per un governo della seconda repubblica tirare a campare vuol dire tirare le cuoia, e di questo mi pare siano consapevoli tutti. Io ho voluto lanciare uno stimolo e sono certo che verrà ripreso, perchè è interesse di tutti. Non c’è nessuno in questo governo e in questa maggioranza che vuole tirare a campare.


Maroni ha concluso che, ”detto questo, bisogna trovare soluzione rapide e convincenti, non solo per noi ma anche per il nostro elettorato”.


– Non sappiamo quali notizie in anteprima abbia chi ritiene che il quorum sia stato raggiunto , ma ricordiamo che le urne sono aperte fino alle 15 e per questo invitiamo i cittadini che ancora non lo avessero fatto ad andare a votare – Lo afferma il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, che aggiunge: ‘


– Nella giornata di ieri c’è già stata un grandissima partecipazione democratica, segnale che qualcosa di importante sta avvenendo nel Paese. Il vento è cambiato. Adesso – conclude Pedica – l’Italia dei Valori, che fin dal primo momento si è impegnata nella raccolta delle firme per rendere possibili i referendum, chiede a tutti un ultimo sforzo per raggiungere il quorum necessario alla salvaguardia del futuro del Paese.


La valutazione del sottosegretario Daniela Santanchè, a margine dell’assemblea di Assolombarda a Milano, su quello che si profila come esito del referendum sui temi dell’energia è stata la seguente:


– Se il referendum dovesse raggiungere il quorum e la scelta dei cittadini fosse contro il nucleare direi che la loro scelta è abbastanza in linea con quella del governo perchè noi abbiamo già abrogato quella che era la costruzione dei siti nucleari.


Da qui la tesi della Santanchè è che ”il referendum in parte è stato già fatto dal governo”. Altro discorso, invece, per quanto riguarda i quesiti sull’acqua.


– Se gli italiani decideranno per il sì ne prenderemo atto – ha risposto – ma mi dispiace perchè abbiamo lo spreco più alto di tutta Europa. E’ un risultato però – ha concluso – che dobbiamo ascoltare con attenzione.


Al di la’ ”del dato formale sul raggiungimento del quorum, mi pare evidente che il vento del cambiamento non si è fermato”. E’ cauta ”per scaramanzia” la presidente del Pd, Rosy Bindi, che vede come ”incoraggianti” i dati sull’affluenza alle urne per i quattro referendum e sottolinea che ”comunque vada è una vittoria politica”.


– Il tempo di andare a votare – dice in una intervista al Corriere della Sera – è maturo. Certo, ci piacerebbe farlo con una nuova legge elettorale. Ma la priorità a questo punto è restituire la parola agli italiani. Se pure per un soffio non si dovesse raggiungere il quorum – spiega infatti Bindi -un’affluenza così forte contro tre leggi così importanti del governo Berlusconi conferma una inversione culturale e politica di cui il premier deve prendere atto. Quindi, dopo una simile onda d’urto la verifica non potrà essere un passaggio formale e la maggioranza non potrà essere salvata ancora una volta dai ‘responsabili’ .


Peraltro l’alta affluenza a Nord-Est secondo Roy Bindi dice che ”in questi anni il pluralismo che c’è nella Lega, anche tra i dirigenti, è stato mortificato per dire sempre di sì all’imperatore”.


– Ma ora le cose sono cambiate e due come Zaia e Tosi hanno dato il segnale – ha concluso.


Quanto alle opposizioni, secondo la presidente del Pd ora si puo’ ”usare con meno timidezza l’espressione Nuovo Ulivo”, un soggetto ”capace di interloquire con il Terzo Polo. Casini che dice ‘meglio dare un voto sbagliato che non darlo’ conferma come i nostri elettori si siano mischiati”.