Agenzia Cei: ‘’Dal voto messaggio diretto al governo’’

CITTÀ DEL VATICANO – “I risultati del referendum sono coerenti con la vicenda complessiva di questi mesi. Il quorum superato di slancio va ben al di là del merito dei quesiti: rappresenta un messaggio diretto degli elettori, al di là degli schieramenti, direttamente al governo”. Si legge in una nota del Sir, l’agenzia stampa della Cei, dedicata all’esito del voto referendario.


– Distinguiamo il merito dal significato politico più ampio. Certo il disastro giapponese e le decisioni i di Germania e Svizzera sull’abbandono del nucleare hanno avuto un effetto di trascinamento. Nello stesso tempo la progressiva erosione dei totem liberisti, che pure avevano influenzato non piccola parte del Pd, si può leggere a proposito dei due quesiti sull’acqua’’.
‘’Per non parlare – prosegue la nota – del quesito di cui meno si è parlato, che riguardava direttamente Berlusconi, sul legittimo impedimento. Le scelte referendarie devono essere tradotte in politiche pubbliche coerenti. In particolare è richiesto un nuovo ruolo per ‘il pubblico’, cui le istituzioni devono sapere dar risposte adeguate, in termini di garanzia, efficienza ed efficacia’’.
Sul piano delle “considerazioni politiche”, si afferma: “I risultati hanno un peso significativo perché accentuano lo stato di fibrillazione della politica italiana, tanto più che nelle urne referendarie non c’erano soltanto schede provenienti dalle diverse opposizioni. Questo dato è importante, sottolinea che è aperta una fase di cambiamento, ma anche che gli esiti risultano aperti’’.


‘’Governare il cambiamento – spiega la nota – è l’operazione politica più complessa e meritoria. Qui si distinguono gli statisti: le prossime settimane ci diranno se la classe politica è in grado di giocare questo gioco, che gli elettori stanno indicando. Come sappiamo, il punto debole del sistema italiano non è dal lato della domanda, quanto dell’offerta politica’’. Per questo “è il momento della creatività e della responsabilità”.
“È necessario recuperare energie, sanare ingiustizie e sperequazioni, smantellare privilegi e inefficienze, valorizzando il tanto di buono che c’è anche nei pubblici apparati. Sono imprese complesse ma necessarie, cui metter mano da subito, consapevoli che non possono essere risolte con slogan e strumentalizzazioni’’. ‘’I cittadini sono assai più vigili e consapevoli di tante rappresentazioni. Sanno dare – conclude il Sir – messaggi chiari, diretti e trasversali’’.

Famiglia cristiana: “Un altro ‘no’ al governo”


“Quorum raggiunto. Un altro no al governo’’ è il grande titolo che compare sull’home page di Famiglia cristiana. Che commenta: ‘’C’è di sicuro l’urgente concretezza dei quesiti. L’acqua come bene comune, il nucleare come rischio per la salute collettiva, il legittimo impedimento come violazione dell’uguaglianza di fronte alla legge’’.


‘’Strumentalizzate o no, comprese fino in fondo o no – si afferma – sono questioni che possono (sommessamente aggiungiamo: dovrebbero) mobilitare i cittadini. A prescindere. La partecipazione, invece, è stata ‘drogata’ dalla solita, italica politicizzazione delle urne, nell’uno come nell’altro senso. Però ha vinto il referendum e il risultato, con Berlusconi e Bossi che apertamente esaltavano la scelta astensionista, è almeno in parte un ‘no’ fragoroso a questo Governo’’.


‘’Hanno contribuito, forse non poco – prosegue Famiglia cristiana – incertezze ed errori della maggioranza. Il balletto sul nucleare (lo facciamo, non lo facciamo più, diciamo che non lo facciamo ma in realtà vogliamo farlo) è diventato autolesionismo. Il sospetto che i ricorsi contro il referendum sul nucleare fossero un espediente per salvare il legittimo impedimento, mai davvero fugati, hanno probabilmente portato ancora più gente alle urne’’.