Fisco, Tremonti rilancia: «Ridurre il sistema a cinque imposte»

ROMA – Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti rilancia la riforma del fisco. Una riforma, certo, che non si può fare in deficit. Ma davanti alla platea di Confartigianato il ministro indica la linea da seguire sul fronte fiscale. “Credo sia giusto un sistema con tre aliquote” irpef. Tremonti spiega che “scaglioni e calcoli dipendono da quanto riusciamo a tagliare”. Ma “le aliquote piu’ basse possibile – sottolinea – sono il modo giusto per combattere l’evasione fiscale”.

Quindi lancia la sua proposta. “E’ possibile ridurre il nostro sistema fiscale a cinque imposte”. Per Tremonti infatti “molti tributi minori possono essere concentrati” confluendo in un sistema con minori tributi. Secondo il titolare del dicastero di via XX Settembre inoltre, “e’ necessario un codice di principi” che si basa sull’idea di “trovare dei punti che vanno bene per i cittadini e lo Stato”. “E’ possibile -ribadisce Tremonti- unificare il catalogo dei tributi”.

“Adesso si apre una fase di possibile discussione e lavoro” avverte Tremonti, secondo cui “un qualche ragionamento di detassazione sulle nuove attivita’ produttive si puo’ fare con un po’ di coraggio”.

Secondo il ministro, il prelievo fiscale, in Italia, “puo’ essere modificato in funzione di tre logiche fondamentali: i figli (la natalita’), il lavoro e i giovani”. E “su alcune voci -ribadisce- si può essere meno conservativi”.

La riforma del fisco però deve tenere conto della situazione della finanza pubblica, sottolinea Tremonti. Perché “scassare il bilancio pubblico non e’ nell’interesse della gente, e’ prodotto dell’irresponsabilità”.

Il ministro avverte che “tutto ciò che ha causato la crisi è ancora in atto e in essere e questo aumenta la cifra del rischio e dell’instabilità”. La correzione dei conti pubblici riguarda il 2013 e il 2014 e “non e’ una furbata di questo governo. Dobbiamo correggere da subito dando un segno di impegno ma l’impatto e’ per natura il 2013-’14”. Il ministro dell’Economia ribadisce che per il 2011 “salvo il vincolo a finanziare le spese varie ed eventuali non abbiamo correzioni da fare perche’ le abbiamo gia’ fatte”.

“E anche per il prossimo anno non ci sara’ nessuna correzione, dobbiamo solo finanziare le varie ed eventuali. La correzione che dovra’ essere fatta riguarda il 2013 e ’14”. La situazione, secondo il titolare del dicastero di via XX Settembre, “è molto meno drammatica di come viene rappresentata”. “Per quanto riguarda il bilancio italiano -ribadisce- molto è stato corretto, può essere ulteriormente corretto”. Tremonti sottolinea poi la necessita’ di rispettare i patti presi con l’Europa: “La parola data va mantenuta anche nel nostro interesse. L’Italia non può presentarsi come un paese che prende un impegno e non lo mantiene. Ce la possiamo assolutamente fare”, assicura il ministro.

Riuscire a far quadrare i conti però non è facile in un sistema in cui “quando vai a parlare con uno ti dice sempre ‘taglia l’altro'”. I tagli dunque sono necessari. Il ministro però indica la strada con cui procedere. Bisogna “dare assistenza a chi deve essere veramente assistito e togliere gli assegni a quelli che hanno i gipponi” avverte puntando il dito contro quelli “che hanno i suv” e ricevono anche assegni assistenziali. Si tratta, ricorda il ministro, di “un enorme bacino da cui derivare risorse per fare la riforma fiscale e correggere le finanze pubbliche”.

In periodo di crisi, anche la classe politica deve dare l’esempio. E Tremonti su questo lancia uno slogan: “Meno aerei blu e più Alitalia”.

Il ministro fa quindi un esempio personale: “Oggi pomeriggio devo andare con l’aereo di Stato perchè non so a che ora torno ma questa mattina sono venuto con Alitalia”. Secondo il ministro e’ “fondamentale che la classe politica dia l’esempio. Molti costi della politica devono essere ridotti e non conta quanti soldi valgono, conta che puoi legittimare il disegno di un paese nuovo”.

Secondo il titolare del dicastero di via XX Settembre “tutti gli incarichi politici e pubblici” possono essere remunerati come la media europea. “Questo e’ il presupposto fondamentale per iniziare a discutere di finanza pubblica e riforma fiscale”.