Pdl pronto a modifiche al ‘Porcellum’

ROMA – Premio di maggioranza su base nazionale anche al Senato, introduzione dei collegi plurinominali per consentire la presentazione di liste con pochi candidati, un terzo dei posti riservato alle donne. Sono queste le linee del disegno di legge di modifica della legge elettorale depositato dal Pdl al Senato, primo firmatario il vicecapogruppo vicario Gaetano Quagliariello, di cui in settimana dovrebbero essere disponbili i testi per poter poi avviare la discussione.


La proposta mira a correggere l’attuale sistema, con l’intento di modificare gli aspetti che hanno creato problemi o che sono stati oggetto di particolari critiche. Primo obiettivo è quello di introdurre anche al Senato un premio di governabilità su base nazionale, per evitare che possano uscire maggioranze diverse nei due rami del Parlamento, garantendo comunque il rispetto del dettato costituzionale per cui il Senato è eletto su base regionale. Ma il disegno di legge interviene anche per quanto riguarda la Camera. La principale novità è infatti quella di introdurre i cosiddetti collegi plurinominali nell’ambito delle Regioni per l’Assemblea di Palazzo Madama e delle circoscrizioni relativamente all’Assemblea di Montecitorio, all’interno dei quali verrebbero eletti dai cinque ai nove parlamentari.


La ratio di questa modifica è quella di avere liste sempre bloccate ma con un numero minore di candidati, in modo che l’elettore, anche se non sceglie direttamente i propri rappresentanti con le preferenze, può comunque meglio individuare i potenziali deputati e senatori, rispetto a quanto avviene con le liste molto ampie previste attualmente. In questa logica va inquadrato anche il divieto di candidature in più collegi, con unica possibile eccezione per il leader della coalizione.


Previste anche le cosiddette quote rosa, con un terzo delle candidature riservato alle donne. Infine sarebbero allo studio modifiche anche per quanto riguarda la misura del premio di governabilità. In pratica potrebbe essere inserita una soglia alla percentuale di deputati e senatori da attribuire ai vincitori delle elezioni, per cui la maggioranza dei seggi non scatterebbe automaticamente, ma andrebbe verificata in concreto sommando la percentuale ottenuta alle urne e quella del premio.