Grecia: Scontri e sciopero generale. Papandreou offre le sue dimissioni

ATENE – Sono quasi 30mila le persone scese in piazza oggi ad Atene paralizzata, come il resto della Grecia, da un nuovo, il terzo dall’inizio dell’anno, sciopero generale contro le nuove misure di austerity studiate per evitare la bancarotta. Non sono mancati gli scontri tra la polizia e i manifestanti che protestano di fronte al Parlamento e davanti al ministero delle Finanze.

Trasporti e servizi pubblici sono fermi, banche, scuole, uffici e servizi pubblici sono chiusi, con gli ospedali che lavorano solo per le emergenze. Anche i giornalisti partecipano all’agitazione, con un black out informativo a partire da questa mattina. I traghetti sono fermi nei porti, ma gli aerei funzionano dopo che i controllori di volo hanno scelto di non partecipare allo sciopero.

Dopo gli scontri di fronte al Parlamento, dove migliaia di persone stanno partecipando ad un presidio teso ad impedire ai deputati di entrare in aula per partecipare al dibattito sul pacchetto, altri dimostranti si sono scontrati con le forze di polizia di fronte al ministero delle Finanze. La polizia ha lanciato lacrimogeni e i dimostranti bottiglie molotov: il bilancio delle forze dell’ordine parla di due poliziotti e quattro civili feriti leggermente e di 12 arrestati. Lacrimogeni per disperdere la folla sono stati lanciati dalla polizia anche davanti al Parlamento: qui i manifestanti hanno risposto lanciando pietre e vasetti di yogurt.

Nella capitale greca è dunque salita alle stelle la tensione, mentre il premier George Papandreou, che ha annunciato un discorso alla nazione questa sera, ha offerto le sue dimissioni in cambio di un governo di unità nazionale insieme al partito dei conservatori all’opposizione, secondo quanto riferito da alcune fonti. Oggi il premier greco, che sta fronteggiando anche una serie di fuoriuscite dalla sua coalizione in segno di protesta per il nuovo pacchetto di tagli, ha incontrato il presidente Karolos Papouilas per ribadire l’intenzione di andare avanti con le misure.

“Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità verso il paese e il popolo – ha detto Papandreou – noi andremo avanti con ferma decisione”. Il premier ha inoltre detto di essere in costante contatto con i leader dei partiti parlamentari per la ricerca di un accordo quanto più ampio possibile sul pacchetto da 28 miliardi di euro con tagli alla spesa e aumenti delle tasse fino al 2015, per soddisfare le condizioni necessarie per ricevere il prestito internazionale da 110 miliardi di dollari che dovrà salvare l’economia greca. Dopo le fuoriuscite dal partito, il premier conta su una maggioranza di 155 voti su 300 deputati.

Intanto la Commissione europea assicura che la Grecia riceverà come previsto la quinta tranche del prestito Ue-Fmi da 12 miliardi a luglio. E’ quanto ha detto il portavoce del commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, all’indomani dell’Eurogruppo straordinario sulla Grecia, convocato per preparare quello formale che si terrà il 19 e il 20 a Lussemburgo. “Sì, ci aspettiamo che riceva la quinta tranche a luglio”, ha detto Amadeu Altafaj, rispondendo alle domande dei giornalisti.