“La stabilità finanziaria dell’Eurozona resta a rischio”

ROMA – La stabilità finanziaria nell’Eurozona è a rischio e una ristrutturazione del debito sovrano della Grecia sarebbe molto pericolosa. E’ l’allarme lanciato dalla Banca Centrale Europea nel rapporto semestrale che rinnova l’allerta sullo stato di salute dei paesi che adottano l’euro. ‘’Nonostante un miglioramento delle condizioni dell’economia globale e dell’area euro, lo scenario resta molto difficile nell’eurozona”, scrive l’Eurotower. La profonda crisi finanziaria è alle spalle, ma ha lasciato in eredità problematiche irrisolte ed ha amplificato le difficoltà di paesi e istituti di credito che non hanno messo in cantiere piani di risanamento.
Nel rapporto, la Bce torna a mettere in guardia sui rischi di un default della Grecia. Un riassetto del debito di Atene avrebbe “conseguenze potenzialmente pericolose” per il paese e il sistema bancario. Per superare la crisi non ci sono scorciatoie, è il messaggio inviato da Francoforte che sollecita i paesi con squilibri nei conti pubblici a “uno sforzo determinato e senza indugi’’ per migliorare i fondamentali dell’economia.


Il rapporto sulla stabilità finanziaria indica 5 criticità. La prima è rappresentata “dalle vulnerabilità delle finanze pubbliche e del settore finanziario con potenziali effetti di contagio’’. La stretta interconnessione tra il comparto pubblico e le banche che detengono in portafoglio ampie quote dei titoli di Stato dei paesi periferici è ‘’il rischio principale e presenta il potenziale per creare effetti di contagio’’. La seconda si riferisce “ai problemi di raccolta del sistema bancario e la volatilità nei costi della provvista”. La Bce segnala che è “il tallone d’Achille” per molte banche dell’area euro. “Circa il 30% del debito delle banche deve essere rifinanziato tra 2011 e 2012 creando condizioni difficili per i gruppi bancari che presentano minore capacità di accesso al mercato dei capitali all’ingrosso’’.


La terza è relativa “alle perdite per le banche, in particolare dal declino dei prezzi negli immobili commerciali e residenziali in alcuni paesi dell’Eurozona”. La Bce sottolinea infatti che in alcuni paesi euro ‘’i prezzi delle case continuano ad essere sopravvalutati nonostante la correzione in basso dal 2009’’. Francia e Spagna presentano nel primo trimestre dell’anno presentano prezzi superiori alla media rispettivamente del 30 e del 15%. L’Italia invece non è stata caratterizzata dalla bolla immobiliare e anche se i valori delle case sono superiori di circa il 10% rispetto all’andamento di lungo periodo, il mercato italiano (vale il 17% dell’intero settore immobiliare dell’area euro) mostra un trend allineato alla media. Altra criticità è rappresentata dai “rischi associati da inattesi aumenti dei tassi di interesse a lungo termine con possibili implicazioni negative per le istituzioni finanziarie”. La quinta “alle tensioni nei flussi internazionali dei capitali, nella crescita dei prezzi delle attività nei paesi emergenti e i rischi associati con il riemergere degli squilibri globali”.