“L’iniziativa di Vienna sarebbe un default”

ROMA – Un approccio alla soluzione della crisi greca sul modello della ‘iniziativa di Vienna’ rischia di portare ad un default. A dirlo è l’agenzia di rating Fitch, secondo cui il tipo di soluzione che si verrebbe a delineare ricadrebbe nella casistica di “distressed debt exchangé e di default, anche se la partecipazione fosse volontaria”.

L’agenzia analizza l’ipotesi cui lavorano i leader Ue per ristrutturare il debito greco senza innescare il default. Si tratta di uno schema che ricalca gli accordi di Vienna del 2009, in cui i creditori accordarono a vari Paesi dell’Europa orientale un allungamento dei prestiti riuscendo a scongiurare l’insolvenza.

“Fitch – si legge in una nota – ribadisce che considererebbe ‘distressed debt exchange’ qualsiasi meccanismo in base a due principi chiave”: il primo principio è una una valutazione sui termini dei nuovi titoli offerti in cambio di quelli esistenti, se questi offrano condizioni concretamente meno favorevoli ai creditori. Il secondo principio è se l’operazione di scambio sia, o sembri, necessaria a evitare insolvenza e/o illiquidità. Per Fitch l’iniziativa di Vienna sarebbe appunto un ‘DDE’: i titoli arrivano alla scadenza per essere rimborsati da obbligazioni di nuova emissione dello stesso importo dalla durata fino a 7 anni superiore alle originali ma alle medesime condizioni di rendimento, ovvero al di sotto del valore di mercato.