Il Verona torna in B dopo 4 anni d’Inferno

VERONA – Dallo scudetto con Osvaldo Bagnoli nel 1985 al baratro sfiorato della C2, nel 2008. E’ un percorso da montagne russe quello dell’Hellas Verona, che dopo 4 anni di purgatorio nella Prima divisione, rivede la ‘luce’ della serie B, conquistata nel playoff vincente con la Salernitana. Indolore la sconfitta per 1-0 nel ritorno dopo la vittoria per 2-0 in casa nell’andata.


La discesa nel sottoscala del calcio italiano erano iniziato per i gialloblù nel giugno 2007: il Verona pareggia in casa contro lo Spezia per 0-0 e torna in serie C, categoria che non conosceva dalla stagione 1942-‘43. Come a dire, un’altra epoca, un altro calcio. Come quello che giocava lo stesso Verona nell’anno 1984-85 quando, 22 anni prima, in un pomeriggio di maggio a Bergamo l’Hellas guidato da Bagnoli vinceva il suo storico tricolore.


Ora la squadra scaligera torna ad assaporare un’altra gioia. Magari non grande come la conquista di un tricolore, ma ugualmente importante. Le quattro annate nella Lega Pro per l’Hellas sono state tribolate, a dir poco travagliate. Basta ricordare che al primo anno il Verona si salvò dalla caduta in C2 grazie ad una rete a tempo quasi scaduto sul campo della Pro Patria. Poi ancora delusioni, come la sconfitta interna contro il Portosummaga l’anno scorso, e quella ai playoff contro il Pescara. Mentre i cugini del Chievo, il club di un quartiere cittadino, facevano morire d’invidia i tifosi dell’Hellas continuando a far bella figura in serie A.


Termina così per il Verona un ‘incubo’ sportivo. Merito di tutti, ma soprattutto del tecnico Andrea Mandorlini, tecnico in cerca di rivincite, passato in un sol colpo dalla Champions League alla serie C. Chiamato al capezzale dell’Hellas dopo la falsa partenza ad opera di Giannini, Mandorlini ha dato fiducia e senso tattico ad un gruppo spaesato. Una squadra cambiata in corsa, autrice di un girone di ritorno esaltante.


Grande Mandorlini, dunque, ma anche la società del presidente Martineli, che ha saputo fare i passi giusti, con ambizione ma anche umiltà. E adesso il Verona torna a sognare, magari di nuovo il derby con il Chievo, tra un altro anno in serie A.