Pontida: niente ultimatum ma Bossi detta le condizioni

PONTIDA – “I giornalisti dicono solo falsità, sono schiavi di Roma, la Lega non è in rotta”. Umberto Bossi ha iniziato così il suo discorso al raduno di Pontida sottolineando che non ci sono divisioni all’interno del Carroccio.

Il leader della Lega ha parlato del Cavaliere ed ha lanciato un ultimatum: “Non abbiamo nulla contro Berlusconi però se non vengono accettate alcune nostre proposte la premiership di Berlusconi potrebbe finire alle prossime elezioni”. Ma ha avvertito che far cadere il governo Berlusconi sarebbe un favore alla sinistra, perché “questo è un momento favorevole alla sinistra e far cadere il governo sarebbe fargli un favore”.
Poi si è rivolto a Tremonti: “Caro Giulio se vuoi ancora avere i voti della Lega in Parlamento non puoi più toccare gli artigiani e le piccole imprese altrimenti metti in ginocchio il Nord”. “E’ chiaro che per abbassare la pressione fiscale occorre trovare i soldi – ha sottolineato – e per farlo possiamo rinunciare alle missioni internazionali. La guerra in Libia ci è costata 1 miliardo di euro e gli immigrati continuano ad arrivare”.
Uno stop alla guerra richiesto poco dopo anche dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni: “E’ l’unico modo di bloccare l’arrivo dei profughi. Abbiamo contro tutta la magistratura che è a favore dei clandestini, ma noi non molleremo – ha aggiunto – Uno con il mio cognome non può mollare”.

Nel suo intervento Bossi ha chiesto di “riscrivere il patto di stabilità per quei comuni virtuosi che i soldi ce li hanno. Molti comuni hanno miliardi bloccati dal patto di stabilità e non possono usarli. Un patto che Berlusconi e Tremonti hanno sottoscritto ma che deve essere rivisto”.
“Berlusconi e Tremonti si devono ingegnare per tagliare gli sprechi – ha continuato – perché questo permetterà di ridurre la pressione fiscale”. Il Senatur ha chiesto anche la drastica riduzione dei costi della politica. “Basta con le auto blu, la Lega le auto se le compra. Lo stesso deve succedere per gli stipendi dei parlamentari. Non è giusto che voi paghiate – ha detto rivolgendosi al ‘popolo di Pontida’ – i costi della politica, che non devono essere pagati dai cittadini”.

Quindi il trasferimento dei ministeri. “Alcuni andranno a Monza, il mio, quello di Calderoli e quello di Tremonti – ha ribadito – Che senso ha poi che il ministero dell’Industria sia a Roma, le fabbriche sono al Nord. A Roma c’è la cultura della burocrazia. Il decreto di trasferimento dei ministeri doveva firmarlo Berlusconi, poi non lo ha fatto, si è cagato sotto”. Poi rivolto a Maroni e al suo ministero dell’Interno: ‘’Pensaci. Se vuoi venire lì c’è un tavolo anche per te”.

Con accanto il sindaco monzese Marco Mariani, Bossi ha mostrato una targa del suo ministero e un volume con la Villa Reale in copertina. “La Brianza è piena di mafia e con i ministeri a Monza diamo un segno di rilancio alla gente brianzola. Maroni, sai che la Brianza è piena di mafia? Dagli una soppressata”.
Dopo aver terminato il suo intervento Bossi è tornato sul palco per rispondere al popolo padano che a gran voce ha chiesto la secessione: ‘’Fratelli padani preparatevi: da adesso in avanti torna prepotente l’azione per la libertà e l’indipendenza della Padania”.

Per il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, “le riforme sono la risposta migliore a quelli che chiedono la secessione. L’importante – ha detto – è essere padroni in casa propria, se poi ci si arriva attraverso le riforme credo che tanti di quelli che oggi urlano ‘secessione, secessione’ si potranno accontentare di un vero federalismo’’.

Il raduno di Pontida è iniziato con il tradizionale canto del ‘Va pensiero’. Il ‘Sacro prato’, il nome che i militanti del Carroccio hanno dato al terreno di Pontida, ha accolto 80mila militanti. Di fronte al palco un lungo striscione con la scritta in verde ‘Maroni presidente del Consiglio’. In cima al palco un manifesto con la frase ‘Verso la libertà’ mentre alla sua destra la grande statua di Alberto da Giussano.

L’INTERVENTO

Maroni: “Toghe pro-clandestini”

PONTIDA – “Abbiamo contro tutta la magistratura che è a favore dei clandestini, ma noi non molleremo. Del resto uno con il mio cognome non può certo mollare”. Le parole del ministro dell’Interno Roberto Maroni nel suo intervento al raduno di Pontida hanno scatenato la dura reazione dell’Associazione nazionale magistrati.

“Si tratta di cattiva propaganda che sarebbe bene che chi ricopre incarichi istituzionali delicati, come quello del ministro dell’Interno, evitasse – replica Giuseppe Cascini, segretario dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) – Tutti sanno che la legislazione italiana in materia di immigrazione è stata dichiarata in contrasto con i principi europei dalla Corte di Giustizia di Strasburgo e dunque non è certo colpa della magistratura italiana se loro non sanno fare le leggi”.

Insorge anche l’Italia dei valori. “Sono gravissime la parole pronunciate da Maroni contro i magistrati – afferma il portavoce Leoluca Orlando – I giudici, ai quali va tutta la nostra solidarietà per l’indegno attacco da parte del ministro dell’Interno, sono soggetti solo alla legge”. Per Orlando, “il titolare del Viminale prende a prestito i peggiori slogan tanto cari a Berlusconi. Maroni, inoltre, sembra appoggiare lo scellerato piano secessionista di Bossi. Ci chiediamo cosa ci stia a fare ancora al suo posto, dato che ha giurato sulla Costituzione”.

IL COMMMENTO

Berlusconi: “Avanti con Bossi”, Pdl: “I ministeri restano a Roma”

MILANO – “Si è verificato quello che Bossi mi aveva annunciato: la conferma che la nostra allenza non ha alternative e che c’è la volontà di proseguire la legislatura, operando scelte sulle quali c’è un accordo consolidato”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, commentando il discorso di Bossi a Pontida. “Martedì e mercoledì sarò al Senato e alla Camera e illustrerò il programma che comprenderà anche alcune delle richieste della Lega”, ha aggiunto.

“Oggi l’Italia richiede di essere governata, richiede stabilità”, ha precisato il presidente del Consiglio al Niguarda di Milano, a margine della visita che ha compiuto all’Alpino ferito in Afghanistan. “Le elezioni di medio termine – ha aggiunto Berlusconi – hanno fatto pagare anche a noi il dazio della crisi, ma questo non significa che si debba interrompere il governo e la legislatura, significa soltanto che bisogna proseguire con un’azione più incisiva”. “Non abbiamo nessun dubbio sul fatto che la maggioranza in Parlamento ci mantenga la sua fiducia, la fiducia che dal 14 dicembre ci ha espresso numerose volte – ha detto ancora -. Quindi andremo avanti per affrontare al meglio la presente crisi che non è finita e che ancora coinvolge le nostre imprese e i consumatori”.

Nel frattempo, il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto commenta l’anncuncio di Bossi sul trasferimento di 4 ministeri al Nord: “I ministeri in quanto tali hanno la loro collocazione a Roma, secondo il dettato costituzionale, ed è li che devono risiedere i ministri. Essi però possono avere sedi distaccate in altre città come già avviene per alcuni ministeri. E’ quindi possibile lavorare per coniugare insieme l’unità statuale ed il decentramento”.