Via libera al Dl Sviluppo, con la fiducia di Montecitorio

ROMA – Crediti di imposta finanziati con fondi europei, semplificazioni fiscali, alleggerimento delle cosiddette ‘ganasce’, appalti pubblici più veloci, riproposizione del ‘piano casa’: la Camera ha detto sì approvando il decreto legge Sviluppo con 308 voti favorevoli. I no sono stati 288, gli astenuti due. Il decreto passa blindato al Senato che lo deve convertire entro il 12 luglio.
– Sono numeri da maggioranza assoluta – commenta il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e segretario politico in pectore del Pdl – Siamo davvero soddisfatti per l’ennesima prova di compattezza e solidità della maggioranza. Il presidente Berlusconi può andare al Senato ancora più robustamente convinto dei numeri della maggioranza.


Oggi, con 317 voti favorevoli, 293 contrari e 2 astenuti – Montecitorio ha dato il via libera alla fiducia richiesta dal governo sul decreto legge. Silvio Berlusconi ha fatto un ‘blitz’ a Montecitorio per la fiducia. Il premier ha lasciato la Camera subito dopo aver votato per fare ritorno a palazzo Grazioli. Con la fiducia di ieri, la coalizione di centrodestra Pdl-Lega-Responsabili riconquista la maggioranza assoluta dei voti a Montecitorio. Non succedeva dal giorno del passagggio di Fli all’opposizione.

Il provvedimento ora passa al Senato. E’ la prima volta che la maggioranza alla Camera, dopo l’uscita di Fli, supera quota 316. In precedenza era arrivata al massimo a 314, sulla mozione di sfiducia del 14 dicembre e il 2 marzo scorso sul federalismo.

La fiducia ottenuta ieri alla Camera sul dl sviluppo, è la numero 44 per il governo Berlusconi IV in tre anni di vita. Il governo Berlusconi II, in carica dal 2001 al 2005, aveva posto 31 questioni di fiducia in poco meno di 4 anni. Il Berlusconi IV aveva ottenuto la fiducia, prescritta dalla Costituzione dopo la sua formazione, il 14 maggio 2008 alla Camera (335 sì, 275 no, un astenuto), e il 15 maggio al Senato (173 voti a favore, 133 contrari, 2 astensioni).

L’esame parlamentare si è esaurito con il lavoro delle Commissioni bilancio e finanze della Camera. Ma alcune misure introdotte sono state poi stralciate dal maxiemendamento del governo. Cassata la norma che prevedeva il momentaneo utilizzo del Fas per la copertura del credito di imposta sui nuovi assunti al Sud (in attesa dell’Ok della Ue all’impiego dei fondi strutturali), così come la disposizione sull’illecito disciplinare (e rimozione dall’incarico in caso di recidiva) ai giudici tributari che non decidono entro 180 giorni sulla sospensione dei pagamenti. Saltata anche la norma sul sovrapprezzo al canone sulle linee ad alta velocità il cui gettito sarebbe andato a finanziare il servizio ferroviario di interesse nazionale.