Premier: “Maggioranza forte”. Scontri davanti a Montecitorio

ROMA – Abbiamo una maggioranza assoluta, coesa e a questa maggioranza non c’é alternativa. Silvio Berlusconi si presenta alla Camera pronunciando, nella sostanza, lo stesso discorso fatto al Senato.
Poche le novità, ma una di queste è proprio sui numeri che il governo ha ottenuto nel voto di fiducia al decreto sviluppo: “Per la prima volta abbiamo raggiunto quota 317”, è la premessa fatta dal Cavaliere.
Sul resto il capo del governo segue lo stesso canovaccio di palazzo Madama ribadendo gli obiettivi per i prossimi due anni di legislatura: riforma del fisco innanzitutto pensando anche alle famiglie numerose. E, con Umberto Bossi al suo fianco, ripete ancora una volta che con la Lega Nord l’alleanza è solida. Il Senatur non si lascia andare a commenti ma il messaggio che indirizza al premier lascia poco spazio all’interpretazione: “Aspettiamo i fatti”.
Dall’opposizione arriva invece una sonora bocciatura: “E’ un discorso da schizofrenici”, dice lapidario il leader del Pd Pier Luigi Bersani.

Non sfugge il sostegno che Berlusconi ha voluto dare al ministro dell’Economia Giulio Tremonti riconoscendo la validità di una politica economica di rigore: “Non abbiamo seguito le sirene di chi chiedeva interventi in deficit”, spiega il Cavaliere che aggiunge:”Sarebbe stato da irresponsabili aumentare la spesa pubblica”.
L’intervento del premier si chiude con la standing ovation dei deputati del Pdl mentre, come martedì a palazzo Madama, l’opposizione conferma la bocciatura su tutta la linea. “Abbiamo ascoltato tante chiacchiere – attacca Bersani – Berlusconi sembrava al primo giorno di scuola, tanti buoni propositi, come quelli che si fanno in quell’occasione”. Duro anche Massimo D’Alema: “Ho trovato tutto molto triste – osserva – Quello di Berlusconi è stato un discorso ripetitivo. Sempre questa storia dei cinque punti… è una litania… credo che non ci sia consapevolezza della gravità della situazione”.

I toni non cambiano quando si passa ai banchi dell’Italia dei Valori: “Il premier è ormai una barzelletta che non fa più ridere nessuno”, è il commento di Massimo Donadi capogruppo dell’Italia dei Valori.
Gli umori non cambiano nemmeno dai centristi. Anzi. L’invito al dialogo lanciato dal Cavaliere ai “settori moderati” viene rispedito al mittente: “Se c’è una persona che ha zero credibilità per farlo quella è proprio il premier. Sia lui che il suo partito, che spesso estremizza il confronto politico, non hanno nulla a che vedere con lo stile e con il programma del Ppe”, taglia corto il segretario centrista Lorenzo Cesa.

Capovolto il giudizio nella maggioranza: “Il combinato disposto del voto di fiducia alla Camera, in cui abbiamo avuto la maggioranza assoluta, e del discorso del premier, ha fatto sfumare nella sinistra il clima di fittizia soddisfazione creatosi dopo il voto”, osserva il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, mentre Fabrizio Cicchitto parla di discorso “aperto e costruttivo”.

Ai toni entusiastici del Pdl fa da contraltare la Lega Nord. In linea con Umberto Bossi, il capogruppo del Carroccio Marco Reguzzoni si limita ad un commento lapidario: “Giudichiamo buono il discorso di Berlusconi perché riprende tutti i punti espressi a Pontida. Adesso – mette in chiaro l’esponente del Carroccio – aspettiamo i fatti che devono arrivare subito”.

A rubare la scena al Cavaliere per qualche minuti è lo scontro tra Polizia e precari della pubblica amministrazione radunati per manifestare davanti la Camera. Attimi di tensione preceduti dallo scoppio di un grosso petardo e da lanci di uova e pomodori.