“Né dialogo con Berlusconi, né governo d’emergenza: serve il voto”

ROMA – Né collaborazione con Berlusconi, né governo di emergenza con Casini, Fini e Rutelli: sì al voto anticipato. Questo il pensiero di Pier Luigi Bersani in conferenza stampa al Nazareno, che tra l’appello alla collaborazione del premier e il governo di emergenza del Terzo Polo sceglie la via delle urne. Perché, per quanto riguarda la prima ipotesi, con l’invito del Cavaliere: “sarei l’unico italiano a credergli”. E aggiunge: “Mille volte ho detto che il ‘dialogo’ dovrebbe essere una parola importante. C’è un posto che si chiama Parlamento, noi lì siamo pronti a discutere a partire dalle nostre proposte che, però, sono state sempre totalmente inascoltate”, sottolinea il segretario del Pd.

“Abbiamo anche presentato una nostra proposta sui rifiuti e non l’hanno presa in considerazione. Abbiamo fatto tante proposte, abbiamo detto tante cose… Niente. Se ci avessero dato retta non ci troveremmo nei guai in cui siamo e non ci toccherebbe fare una manovra così pesante”. Per cui dal Pd, al Cavaliere è confermato il ‘no’ sulla proposta di collaborazione.


Al Terzo Polo dice invece: “Un governo di emergenza? Non ci credo. Di cosa stiamo parlando? Forse Berlusconi dice ‘faccio un passo indietro’ e capisce che si deve aprire una nuova fase politica? Se stessimo parlando di questo – sottolinea Bersani – il Pd direbbe ‘vediamo’. Ma credo sia un’ipotetica del terzo tipo, una cosa che non è nelle disponibilità. Il segretario del Pd, per spiegare meglio il suo pensiero sul governo di emergenza, cita Vasco Rossi, dicendosi sicuro che resterà sul palco. “Vasco si ritira? Come dice lui stesso in una sua canzone ‘io non ci non ci credo…’’. E a Casini, sul governo d’emergenza, dico le stesse parole: “Io non ci credo’’. E taglia corto: “Piuttosto che perdere ancora un sacco di tempo inutilmente meglio un appuntamento elettorale, potrebbe permettere una ripartenza, trovando una fiducia necessaria per andare avanti”.


Stoccata per chiudere alla Lega. Che “non può fare tutte le parti in commedia. Al Nord urla e a Roma sussurra. Non può continuare così e noi lo denunceremo direttamente al loro elettorato”.