Strauss-Kahn libero. Cameriera, testimone poco attendibile

NEW YORK – La mano sulla spalla della moglie Anne Sinclair, Dominique Strauss-Kahn è uscito dal tribunale di Manhattan senza più il peso degli arresti domiciliari.


”Solo l’uomo giusto può avere la tranquillità dell’animo”, recita una delle iscrizioni scolpite all’entrata della Corte Suprema di New York, come a volergli dare ragione. Poco prima di Dsk, come viene chiamato in Francia l’ex direttore dell’Fmi – abito blu scuro, cravatta celeste – negli stessi corridoi una giovane ragazzina, avvolta in una coperta e ammanettata, veniva scortata fuori da due agenti di polizia. Poi è toccato ad un ragazzo vestito con una camicia a quadrettoni, coinvolto in una rissa dove si era spaccato un braccio, fasciato alla buona.


L’udienza nell’aula del giudice Michael Obus, al tredicesimo piano dell’edificio, è durata pochi minuti. L’ex direttore del Fondo Monetario non ha parlato. I suoi legali sorridevano, soddisfatti. E il sorriso si è fatto più grande ancora all’annuncio della ‘resa’ della pubblica accusa, riconoscendo di avere informazioni ”sufficienti per venire incontro alle richieste della difesa”, cioè la fine dei domiciliari.


Quando il giudice ha accolto l’istanza, Strauss-Kahn ha ricevuto una pacca sulla spalla dal suo legale, e ha sorriso alla moglie. Kenneth Thomposon, l’avvocato della presunta vittima, ha ascoltato senza intervenire, seduto tra il pubblico. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni, se non davanti alle telecamere assiepate sul marciapiede di Centre Street. A quel punto è diventato un fiume in piena, attaccando frontalmente l’ufficio del procuratore Cyrus Vance, una mossa non proprio diplomatica.


Diverse croniste hanno reagito, con segni di disgusto, ascoltando come Dominique Strauss Kahn avrebbe stuprato Ophelia, secondo il suo legale. Dsk avrebbe usato una forza tale da addirittura ”graffiarle la vagina”.


– Sembra una puntata di Law and Order – ha sussurrato una giornalista, mentre altri colleghi, veterani della cronaca giudiziaria newyorchese, cercavano un precedente che aveva fatto altrettanto scalpore:


– C’eri per John Gotti, il padrino, quello vero? – domandava l’anziano cronista ai colleghi – e ti ricordi il figlio?.


Strauss-Kahn, nel frattempo, era tornato con gli avvocati nella sua abitazione, a qualche isolato di distanza, a Tribeca. L’edificio al 153 di Franklin Street era già assediato da stampa e curiosi. Dopo circa un’ora, i legali sono usciti dall’edificio di mattoni rossi, le cui tende sono perennemente tirate per fermare gli occhi dei passanti. Molti turisti, comunque, hanno fatto tappa davanti alla nuova attrazione, scattando diverse foto ricordo.


Prosciutto e melone come antipasto, pappardelle al tartufo e cheese cake con espresso. Il tutto innaffiato da un Brunello di Montalcino in un ristorante italiano dell’Upper side della Grande mela, amato da star come Madonna. Dominique Strauss-Khan ha festeggiato così la ritrovata libertà con una cena a quattro – con moglie ed una coppia di amici – che è costata circa 600 dollari.


Sorridente, finalmente con il volto rilassato, Dsk ha incassato una prima parziale riabilitazione – l’accusa è stata ritenuta un test non credibile anche se le accuse restano – dallo scandalo sessuale che gli ha comunque fatto perdere la poltrona all’Fmi e lo ha messo fuori gioco nella corsa delle prossime presidenziali francesi. E dopo tante serate passate forzatamente a casa (era agli arresti domiciliari) ieri sera in abito scuro, accompagnato dalla moglie, Anne Sinclair – che in questi giorni gli è stata sempre accanto seppur non senza polemiche e gossip su un possibile ‘divorzio’ – e da due amici, è arrivato su un’auto con i vetri oscurati alla ‘Scalinatella’, ristorante italiano, all’angolo tra 61esima e la Third Avenue.


Al termine della cena, pagato il conto – si dice sui 600 dollari – Dsk con moglie e amici si è defilato, lasciando il locale dalla porta del retro dove lo aspettava l’autista. Ma anche tanti fotografi a cui ha risposto mostrando ‘sorrisi’ ai flash che lo hanno immortalato.