Freedom Flotilla II, la Grecia blocca gli aiuti

ATENE – Il capitano statunitense della Freedom Flotilla, al timone della “Audacia della speranza – Audacy of Hope”, è stato fermato con l’accusa di aver violato il divieto greco di partire per Gaza.


Fermata da guardacoste armati fino ai denti, l’imbarcazione – del convoglio navale umanitario che vuole portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza violando il blocco israeliano al territorio palestinese – è stata costretta a rientrare nel porto. Le autorità portuali greche hanno intimato agli attivisti di tornare ad Atene minacciando l’equipaggio e i passeggeri con le armi La guardia costiera greca, infatti, ha applicato l’articolo 128 del Codice navale che prevede di poter bloccare delle navi in navigazione in caso di “uno stato di guerra o di intensità delle relazioni internazionali di cui non siamo a conoscenza”. In pratica il governo greco ha scelto di tutelare l’”interesse nazionale”. Il suo capitano dovrà rispondere martedì prossimo in tribunale della violazione dell’articolo 128 del codice navale.


Stesso tentativo e stesso esito per la nave canadese ‘Tahrir’, “mentre una nota del ministero dell’Interno greco mostra tutta la subalternità del governo di Papandreou alle politiche israeliane, dichiarando che la Grecia vieta alle barche della Freedom Flotilla di salpare per Gaza”, secondo quanto denuncia Freedom Flotilla Italia.


Il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, ha dato il merito alla diplomazia per il blocco della Freedom Flotilla II, le navi cariche di aiuti che intendevano raggiungere Gaza eludendo il blocco della marina israeliana. “Saluto con favore gli sforzi che hanno reso possibile fermare la Flotilla”, ha dichiarato alla radio dell’esercito, “il successo di questi sforzi sul versante diplomatico sono il frutto di intensi contatti con gli Stati della regione e con la comunità internazionale”.


Gli attivisti, come avevano già detto venerdì quando la Grecia aveva annunciato che la Marina avrebbe bloccato la partenza delle navi per Gaza, hanno assicurato che ricorreranno alle vie legali per permettere alla missione di partire. La partenza è prevista per il 7 luglio, quando tutte le imbaracazioni dovrebbero trovarsi al largo dell’isola di Creta.


Subito dopo il blocco dell nave statunitense si è svolta una manifestazione di solidarietà con la Flottilla davanti all’ambasciata greca di New York. A Roma si terrà invece oggi un presidio davanti all’ambasciata greca.


“Nel mare greco, in queste ore, si sta giocando un vero e proprio braccio di ferro tra i sostenitori del diritto internazionale e quelli del diritto di Israele, diritti che come è dimostrato sin dalla nascita dello Stato di Israele non fanno che confliggere. Come ignora Gianni Letta che risponde alla sollecitazione della Freedom Flotilla Italia con un comunicato dove dice che non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani diretti a Gaza ‘trattandosi di iniziative in violazione della vigente normativa israeliana’. Non immaginavamo che tutto il Mediterraneo fosse proprietà di Israele” hanno commentato dalla FF2 gli attivisti internazionali.


“Il divieto di salpare e tutte le azioni di ostracismo perpetuate in questi giorni dalle autorità greche, sono una conseguenza delle pressioni israeliane, senza escludere forme di ricatto e vere estorsioni. Quelle di cui si sono fatte carico le autorità greche sono decisioni in contravvenzione al diritto internazionale e si traducono con una diretta complicità dell’imposizione di un assedio illegale sul popolo palestinese” hanno dichiarato alcuni esponenti politici di Hamas dall’ufficio siriano.


Tutto a distanza di un anno dai tragici fatti del 2010, quando avvenne un duro attacco delle forze israeliane alla Freedom Flottilla 1, che portò alla morte di nove attivisti turchi scatenando reazioni di sdegno internazionali e una risoluzione dell’Onu contro la mossa di Israele.