Ribelli verso attacco su Tripoli Jacob Zuma a Mosca

BENGASI – I ribelli libici si accingono a stringere la morsa militare su Muammar Gheddafi, al quale concedono però una via d’uscita. Mentre a Mosca si cerca ancora una soluzione diplomatica. Abdel Jalil, il leader del Consiglio nazionale transitorio (Cnt), ha detto che se il colonnello lascia il potere potrà restare sul suolo libico. “Come soluzione pacifica noi abbiamo offerto (a Gheddafi) la possibilità di dimettersi e di ordinare ai suoi soldati di ritirarsi nelle loro caserme e posizioni, dopo di che può decidere se restare in Libia o andare all’estero. Se il rais desidera restare in Libia, decideremo il posto e starà sotto supervisione internazionale. E ci sarà un monitoraggio internazionale su tutti i suoi movimenti”.


Le forze degli insorti, fa sapere il loro portavoce militare, Ahmed Omar Bani, si preparano a lanciare nelle prossime 48 ore un’offensiva per arrivare a tiro di cannone dalla roccaforte tripolina di Gheddafi: “Nei prossimi giorni, nuovi sviluppi avranno luogo su quella linea del fronte”. L’obiettivo è riconquistare il villaggio, crocevia strategico, di Bir Al-Ghanama, a soli 50 chilometri a sud di Tripoli.


Il presidente sudafricano Jacob Zuma, che fa parte del team incaricato dall’Unione africana per trovare una soluzione al conflitto tra il regime e il Consiglio nazionale di transizione a Bengasi, è partito a Mosca dove oggi incontrerà il presidente russo, Dmitry Medvedev.