Hushovd si veste di giallo, male lo spagnolo Contador

PARIGI – Campione del mondo e ieri anche maglia gialla: dopo una Parigi-Roubaix da dimenticare, ed una bella tappa vinta al Giro della Svizzera, il norvegese Thor Hushovd guadagna anche la maglia gialla al termine di una cronosquadre di 23 km che ha corso con la sua Garmin Cervelo in 24’48” ed una media di 55,6 km/h.


La squadra americana, che non aveva ancora mai vinto alla Grande Boucle e conta specialisti delle prove contro il tempo come Millar e Zabriskie, ha strappato la vittoria per 4” soli alla BMC, tirata dall’australiano Cadel Evans, e alla Sky di Bradley Wiggins, altro uomo di classifica. Motivatissimo l’ex campione del mondo: Evans (perfetta la strategia della sua squadra) prende solo 1” di ritardo sul leader nella classifica generale e punta più che mai al podio. Terza a 5” la Leopard degli Schleck e dell’abile Fabian Cancellara, giusto davanti alla Htc di Cavendish e Tony Martin.


Il Tour de France proprio dice no ad Alberto Contador. Prima c’erano stati i fischi del pubblico, durante la cerimonia di presentazione delle squadre. Un sospetto di doping che non perdona. Poi, sabato, durante la prima tappa, una carambolata di gruppo a -9km che lo blocca e gli fa perdere preziosi secondi. Anche ieri è andata maluccio per lui. La sua squadra, la Saxo Bank, che ha aperto la cronosquadre di Les Essarts, è finita 8ª nella tabella d’arrivo a 28”.


Lo spagnolo accusando già 1’41” da Evans e ben 1’37” da Andy Schleck. Che non è poco.
“Ho un vero problema, con quasi due minuti di ritardo”, ha commentato a fine tappa lo spagnolo, che per tutti gli osservatori aveva già il suo quarto Tour in tasca. “Andy Schleck è molto forte in montagna – ha continuato – e gli ultimi Tour si sono vinti tutti per pochi secondi. Evans è un corridore molto solido, più prendere il vantaggio sugli altri. Sono loro i due favoriti”.


Non brillantissima la corsa neanche per gl italiani in corsa sulle strade del Tour. La Liquigas di Ivan Basso finisce 15ª, a 57” ma per il varesino non c’é drammatizzare troppo: “ci aspettavamo di fare meglio – ha detto a caldo nel dopo-corsa – ma questa non è una tappa importante del Tour, non è affatto un dramma se abbiamo preso ritardo”.


Fa peggio la Lampre di Petacchi, Cunego e del campione italiano di specialità Adriano Malori, 17ª nell’ordine di arrivo, a 1’02”.
Può godersi invece decisamente la giornata il leader in classifica, che ha strappato una splendida vittoria.
“Sono molto fiero di me, ma anche della mia squadra”, ha detto alla tv francese Hushovd, 33 anni, che indossa la gialla per la quarta volta nella sua carriera, per un giorno nel 2004 e per 2 nel 2006.
“Quando si vince in squadra – ha aggiunto – si è tutti insieme sul podio, ed è molto più bello. Per affrontare questa prova non bisogna essere individualisti, bisogna correre tutti insieme, ed è quello che abbiamo fatto”.
Oggi spazio ai velocisti con la terza tappa, 198 km, da Olonne sur Mer a Redon, in Bretagna. C’é un solo colle da registrare, di quarta categoria: c’é da aspettarsi il primo duello ad alta velocità tra sprinter, in prima linea Cavendish, Petacchi e il leader Hushovd.