No Tav, in migliaia al corteo. Scontri al cantiere: arresti e feriti

EXILLES (TO) – Migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione No Tav svoltasi ieri in Val di Susa. Oltre 50mila i dimostranti secondo gli organizzatori. Seimila, invece, secondo i dati diffusi dalla Questura.
Ad aprire il corteo partito da Exilles, lo striscione ‘Amministratori Valle di Susa’, retto dai 23 sindaci della zona in marcia con la fascia tricolore. A seguire le famiglie con bambini e anziani. Secondo corteo al via da Giaglione e il terzo da Chiomonte. Centinaia le bandiere no Tav insieme a quelle dei Verdi, del Movimento 5 stelle, di Rifondazione comunista, dell’Usb, del Partito comunista, dell’associazione consumatori utenti e a bandiere della pace.

L’appuntamento per tutti è al campo sportivo di Chiomonte per gli interventi degli amministratori valsusini. “Sono prove tecniche di dittatura”, dichiara Beppe Grillo al suo arrivo a Chiomonte.


Nel frattempo, si registrano incidenti nei pressi del cantiere a ridosso dell’area archeologica, verso il quale si sono diretti decine di manifestanti staccatisi dal corteo. Sfondata la recinzione dell’area archelogica. Mentre, a quanto si apprende dalla questura, le forze dell’ordine sono bersaglio di lanci di pietre, petardi, bombe carta, oltre che di bottiglie con ammoniaca.

Da diversi siti No Tav si apprende del fitto lancio di lacrimogeni da parte della polizia. ‘’Portato in ospedale un ragazzo ferito da un lacrimogeno alla mano’’, si legge sulla diretta su Twitter e su diversi siti No Tav. Il movimento parla di ‘’lacrimogeni ad altezza uomo’’, mentre c’è chi segnala che in tutta la zona è impossibile telefonare ed è possibile comunicare solo via sms o via internet. ‘’La polizia sta usando gli idranti contro la gente che cerca di riconquistare il presidio’’, scrivono ancora dalla Val di Susa su Twitter e poi: ‘’Dobbiamo fare lo slalom tra i candelotti’’.


Gli scontri proseguono nei pressi della centrale idroelettrica di Chiomonte tra un centinaio di manifestanti che mascherati e con il lancio di pietre tentano di sfondare la recinzione e le forze dell’ordine che li respingono con lacrimogeni. Secondo quanto ha riferito la Questura sono circa duemila gli aderenti ai centri sociali presenti alle contestazioni in Val di Susa. Circa 800 persone apparterrebbero all’antagonismo radicale e resistente, che rappresenta l’ala più dura a livello europeo di professionisti della protesta, mentre circa 300 arriverebbero dall’estero, in particolare da Francia, Spagna, Austria e Germania.
Tra le forze dell’ordine si contano 76 feriti. Tra i manifestanti, secondo fonti sanitarie, ci sarebbero sei feriti, di cui uno in modo serio portato con l’elisoccorso in ospedale a Torino.


Durante i disordini sono state arrestate cinque persone. Dalla Questura di Torino smentiscono poi che proiettili di gomma possano essere stati utilizzati dalle forze dell’ordine per respingere i manifestanti. ‘’I proiettili di gomma non esistono come dotazione di reparto’’, precisano dalla Questura, replicando ai No Tav che sui loro siti avevano fatto girare la notizia.
Gli operai del cantiere, nel frattempo, sono stati fatti allontanare per sicurezza dopo che uno di loro è stato colpito da una pietra.


A quanto si è appreso, tra i manifestanti più violenti molti sarebbero arrivati dall’estero.
Nella mattinata di ieri, poi, un contenitore con 14 bombe carta è stato rinvenuto nell’area prospiciente il cantiere Ltf in località la Maddalena.
Chiusa per motivi di sicurezza, in entrambe le direzioni, l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia. A rendere necessaria la misura sarebbe stato il lancio di alcune pietre da parte di ignoti dall’area sovrastante la galleria Cels in direzione delle forze dell’ordine presenti a presidio dell’arteria.


Il presidente Napolitano ha condannato gli episodi violenti. “Quel che è accaduto in Val di Susa, per responsabilità di gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva, sollecita tutte le isituzioni e le componenti politiche democratiche a ribadire la più netta condanna, e le forze dello Stato a vigilare e intervenire ancora con la massima fermezza. Non si può tollerare che a legittime manifestazioni di dissenso cui partecipino pacificamente cittadini e famiglie si sovrappongano, provenienti dal di fuori, squadre militarizzate per condurre inaudite azioni aggressive contro i reparti di polizia chiamati a far rispettare la legge”, ha asserito Napolitano.


Dalle parole di Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, si intende che il governo non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro. “Anche oggi – sottolinea Matteoli – va ribadito che la Torino-Lione è un’opera che genera sviluppo, crescita e occupazione e che pertanto è prioritaria. Non sarà un ristretto gruppo di violenti e delinquenti giunto nell’area del cantiere della Maddalena da tutta Italia e dall’estero a far cambiare idea al governo che intende realizzare la Tav nel rispetto degli accordi e degli impegni internazionali’’.


Condanne nei confronti dei violenti arrivano da più parti. ‘’I fatti che avvengono in queste ore in Val di Susa con le forze dell’ordine attaccate violentemente mentre difendono il cantiere, sono allarmanti e assolutamente inaccettabili – fa notare Pier Luigi Bersani, leader del Pd in una nota -. Qui non si tratta più di come si fa una ferrovia. Qui si tratta di come funziona una democrazia. Isolare, condannare la violenza e ripudiarne ogni presunta giustificazione è un dovere elementare di tutte le forze politiche e delle persone civili. Su questo concetto non è per noi tollerabile nessun equivoco’’. Anche il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, ieri alla manifestazione con arrivo a Chiamonte, dice no alla violenza. ‘’Condanniamo senza esitazione e con forza gli episodi di violenza ma – sottolinea – vogliamo un’operazione verità su un’opera che costerà a tutti i cittadini italiani un’enormità’’. L’equiparazione automatica dei manifestanti ai violenti, conclude Bonelli, ‘’è un’operazione disonesta e vergognosa: le tante famiglie, ragazzi e addirittura bambini che hanno sfilato di sicuro non sono black block’’.

BEPPE GRILLO


“Prove tecniche di dittatura”


TORINO – “È una guerra civile quella che stiamo facendo”. Il comico e blogger Beppe Grillo si è rivolto così ai manifestanti no tav presenti a Chiomonte. “Io – ha proseguito – voglio unirmi a voi, stare in mezzo a voi, sentir parlare voi. Voglio sentir parlare questi eroi che avete in mezzo a voi, che siete tutti degli eroi. Le campane stanno suonando: suonano per tutta l’Italia, non siete da soli”. Beppe Grillo, nel corso della manifestazione No Tav, è intervenuto facendo esplicito riferimento ai fatti di Val di Susa: “State facendo una rivoluzione straordinaria, – ha detto – la Torino-Lione è la più grande truffa del secolo. Pensare di fare viaggiare le merci a 300 all’ora è roba da anni Settanta, il futuro è fare viaggiare meno le merci, è il regionalismo”. Grillo ha quindi deciso di parlare del comportamento delle forze dell’ordine e dell’uso di gas lacrimogeni “che sono proibiti”, in quanto si tratta di “armi da guerra cancerogene”. Ha definito quello che attualmente sta accandendo in Val di Susa come “prove tecniche di dittatura”.


Ovviamente le parole del comico genovese hanno sollevato dure polemiche, soprattutto tra gli esponenti della politica. Pier Ferdinando Casini ha risposto a Beppe Grillo affermando che “In Val di Susa gli eroi sono i poliziotti e gli operai, non i manifestanti né tantomeno i delinquenti che tirano le pietre”.


E’ intervenuto a questo proposito anche Stefano Esposito, deputato del Pd, condannando le violenze: “Una cosa deve essere ben chiara: dei feriti di questa giornata portano la responsabilità Alberto Perino, Lele Rizzo e i vari “capi” dei comitati No Tav che hanno invocato l’assedio del cantiere e utilizzato parole d’ordine violente e insurrezionaliste, nonchè Beppe Grillo e i suoi seguaci piemontesi”. Esposito ha concluso affermando: “Ai poliziotti (e all’operaio) feriti va la mia piena solidarietà. Per quanto mi riguarda, sono questi gli unici “eroi”.