Protesta del Comites di Buenos Aires per la chiusura degli uffici Rai

BUENOS AIRES – Appresa la notizia della chiusura degli uffici della Rai Corporation dell’America Latina in Uruguay, il Comites di Buenos Aires ha manifestato «il suo disappunto ed energico ripudio per l’inconsueta decisione».


Come si legge in una nota diramata dal Comites, «oltre alla perplessità per l’imprevista decisione che lascia circa 60 persone senza lavoro e taglia un canale di comunicazione istauratosi quasi 50 anni fa tra l’America Latina e l’Italia, sorprende la limitata capacità di visione strategica che i dirigenti della Rai evidenziano con tale misura che penalizza gli oltre 35 milioni di italiani e loro discendenti residenti in questo territorio. Stupisce che, prima di adottare questo provvedimento, non vi sia stato un accurato studio di mercato, non solo basato sui freddi numeri ma, piuttosto, che prendesse in considerazione i vincoli storico-sociali tra gli italiani (e non) dell’America latina e l’Italia, fondati sulla loro prossimità culturale e l’accoglienza che gli italiani sempre hanno ricevuto dai paesi di quest’area del continente (a differenza della «fredda» America del Nord), generando legami tra le locali popolazioni di eguaglianza ed affetto».


La decisione della Rai sarà argomento di una interrogazione dell’on. Fabio Porta, deputato del Partito Democratico eletto nella Circoscrizione America Meridionale.
«Nemmeno in occasione delle recenti consultazioni referendarie ai cittadini italiani all’estero sono state risparmiate osservazioni e prediche più o meno condite di paternalismo relativamente al fatto che essi intervengono con il loro voto nella vita politica italiana senza avere le conoscenze necessarie per decidere con cognizione di causa. Ebbene, tanto per aiutare a superare le difficoltà che si denunciano, Rai Corporation chiude la storica sede di Montevideo che per quasi mezzo secolo è stato il punto di irradiazione dell’informazione in italiano e sull’Italia per tutta l’America Latina». È quanto afferma l’on. Porta. «Non si perde occasione per sottolineare il valore della diffusione della lingua italiana in una strategia di recupero delle nuove generazioni d’origine e per corrispondere alla loro richiesta di radici e di identità. E poi», evidenzia Porta, non senza ironia, «con abbagliante coerenza e lungimiranza, si elimina un canale consolidato di trasmissione linguistica e culturale in uno dei bacini più grandi del mondo di iscritti all’AIRE e di italiani d’origine».


«La Rai America Latina, con i suoi notiziari sull’Italia trasmessi in italiano, spagnolo e portoghese, distribuiti a circa cinquanta emittenti radiofoniche, realizzava una copertura di oltre trenta milioni di ascoltatori», ricorda Porta, per il quale la chiusura della sede di Montevideo è «un colpo gravissimo – un altro: la fantasia di questo governo nel creare disastri è veramente senza limiti – alla grande e attenta comunità italiana in Sud America, ma è anche un danno grave arrecato agli interessi del Paese. All’espansione dell’informazione italiana in quel contesto, infatti», sottolinea Porta, «si sono accompagnati l’insediamento e l’espansione produttiva e commerciale di alcune grandi aziende italiane, a partire dalla Pirelli e dalla Fiat. Oggi, il nostro Paese fa un passo indietro mentre il peso dell’economia dei Paesi sudamericani, con il suo +5% del PIL a livello continentale, sta progressivamente crescendo su scala mondiale e il solo Brasile ha tassi di sviluppo superiori a quelli italiani».


«Insomma», chiosa Porta, «un atto suicida, determinato da quella specie di sindrome di auto annientamento che sembra guidare i passi del Governo nei confronti delle nostre comunità».
«Per contrastare questa decisione», l’on. Porta ha presentato al Ministro per lo Sviluppo Economico, «competente in materia di comunicazione», un’interrogazione nella quale chiede «al Governo di intervenire per salvaguardare gli interessi generali del Paese, prima ancora che le attese degli ascoltatori reali e potenziali. In essa, inoltre», spiega Porta, concludendo, «chiedo di stabilire urgenti contatti con Rai Corporation per evitare che decine di lavoratori di alta qualificazione siano dall’oggi al domani messi sul lastrico e che si disperda un consolidato patrimonio di relazioni e di professionalità, proprio mentre altri Paesi, come la Spagna e la Francia, stanno aumentando i loro investimenti nell’area».