Manovra, ultimi ritocchi a lavoro su pensioni e bollette

ROMA – La levata di scudi contro la norma che blocca la rivalutazione delle pensioni, anche quelle non proprio ‘d’oro’, (tra i detrattori della misura l’opposizione, i sindacati ma anche la Lega) induce ad una riflessione anche la stessa maggioranza. Riflessione che viene evidenziata dall’intervento del presidente del Senato, Renato Schifani, che sull’argomento chiede ‘’un compromesso’’. Ma anche da ‘esperti’ del settore come il vice presidente della Commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola (Pdl). E’ così possibile che si arrivi ad una mediazione sul testo durante l’unico passaggio utile a modifiche cioè quello di Palazzo Madama.


Il testo dovrebbe arrivare intanto al Quirinale (il Capo dello Stato ne è in attesa) per uno screening anche tecnico delle moltissime misure inserire. E mentre di alcune non si conosce esattamente la tempistica (leggi i tagli alla politica e ai gettoni dei ministri), altre sembrano saltare nonostante l’ok del Cdm (vedi l’intervento su banche e transazioni che verrebbe rivisto con un appesantimento sull’Irap e da una imposta di 120 euro sui dossier titoli). Ma alcune norme, scomparse dalle bozze in entrata al Cdm sembrano destinate a tornare. Come il taglio del 3% alle bollette dell’elettricità che però inciderebbe notevolmente sugli investimenti per la ricerca e quindi sulle fonti rinnovabili. Una scelta ‘’autolesionista’’, dice l’opposizione.


Ecco alcuni degli ultimi dettagli tecnici emersi:
– Pensioni, sulla stretta si tratta — La norma contestata è quella che colpirebbe la rivalutazione dell’assegno per un pensionato su quattro. Interviene l’Inps a precisare che le pensioni più basse, fino a 3 volte il minimo, ovvero fino a un importo di 1.428 euro mensili, sono rivalutate al 100%. Le pensioni tra 3 e 5 volte il minimo – nello scaglione tra 1.428 e 2.380 euro mensili – saranno rivalutate al 100% nella fascia fino a 1.428 e al 45% nella fascia fino a 2.380. Le pensioni oltre 5 volte il minimo – ovvero superiori a 2.380 euro mensili – saranno rivalutare al 100% nella fascia fino a 1.428 euro, al 45% nella fascia da 1.428 a 2.380 e solo nella quota superiore a 2.380 euro mensili non avranno rivalutazione. I pensionati interessati alla misura saranno 4,4 milioni. Protesta Susanna Camusso: si colpiscono pensioni nette da 1.000 euro.


– Torna taglia bollette; no da Prestigiacomo — Potrebbe rientrare la norma che prevede il taglio degli incentivi, delle agevolazioni e dei benefici previsti nella bolletta elettrica. Sono in corso ‘accese’ discussioni sulla possibilità di reintrodurre nuovamente questa norma che, a fronte di un taglio del costo dell’elettricità di circa il 3%, porterebbe anche alla cancellazione delle agevolazioni, ad esempio quelle per le famiglie povere e per la ricerca. Si prevede che a decorrere dal primo gennaio 2012, che tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni comunque a carico delle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e del gas naturale, previsti da norme di legge o da regolamenti, siano ridotti del 30% rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010. No dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo.


– Tagli politica rinciati? — Non è ancora chiaro se nel testo definitivo del decreto i tagli ci saranno o meno. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha detto che i tagli (ad esempio sui compensi o sulle auto e voli blu) partiranno subito. Ma nelle ultime bozze della manovra circolate non ce ne era traccia. Tra le novità del testo anche il taglio sulle autorità indipendenti, persino quella sull’Acqua che, istituita dal decreto Sviluppo, non è ancora neanche ‘nata’.


– Niente stop su quote latte — Interviene il ministro delle Politiche agricole per spiegare che “le norme inserite nel decreto della manovra non interrompono l’azione di recupero delle multe sulle quote latte già avviate da Equitalia.


– Irap banche — Anche se il Governo annuncia nella delega fiscale di voler cancellare del tutto l’Irap aumenta intanto dello 0,75% l’imposta sulle banche. Mentre per gli intermediari finanziari l’imposta di bollo sui dossier titoli passa da 34,2 a 120 euro l’anno.