Brogli elettorali, entro l’anno sapremo i risultati delle indagini

ROMA – I risultati saranno resi noti nei prossimi mesi. Sicuramente prima della fine dell’anno. E così, forse, sapremo finalmente la verità sui brogli elettorali, presunti o veri, che, in America Latina in particolare, sono all’origine dei dubbi e delle perplessità circa la trasparenza del voto degli italiani all’estero e l’autenticità dei risultati emersi dalle urne durante le “politiche” del 2008. Lo ha confermato alla “Voce” il Procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, responsabile delle indagini che dovranno far luce su quanto accaduto in Argentina e, più in generale, nell’ambito della Circoscrizione America Meridionale.

– Sono state denunciate – ci dice – alcune anomalie riscontrate nel processo di voto sia per il numero dei votanti; sia per il numero delle schede pervenute e per la concentrazione nei giorni in cui sono state trasmesse nei vari consolati; sia per la tipologia dei candidati implicati, sia per presunte identità delle grafie su varie schede. Tutte queste anomalie, oggi, sono oggetto di una nostra attenta valutazione; valutazione che, spero, potremo concludere nel più breve tempo possibile.

– Quando?
Cauto, non si sbottona più di tanto. Si limita ad affermare:
– Le indagini potrebbero chiudersi prima della fine dell’anno.

– Quali sono state le difficoltà che avete dovuto superare e quali gli ostacoli che avete dovuto rimuovere?
Dopo aver fatto presente che le difficoltà non mancano mai, ha proseguito:
– Sono indagini che si svolgono in paesi lontani. E sono anche dislocate cronologicamente dopo la conclusione delle operazioni elettorali. Quindi, vengono a mancare numerosi elementi.

A mo’ di esempio, ci segnala le schede elettorali, “molte di esse eliminate” o comunque ormai irreperibili, e i verbali, “in non pochi casi distrutti”. Prosegue:
– Ci sono evidentemente una serie di difficoltà che rendono più complicati i nostri accertamenti. E, como spesso accade in questo caso, evidenti riservatezze. Comunque, anche se forse non saremo in grado di capire tutte le anomalie, con alcune sicuramente ci riusciremo.

– Si fa con insistenza il nome del senatore Juan Esteban Caselli, eletto nella circoscrizione America Meridionale. Vi sono altri indagati?

Spiega innanzitutto che le indagini si svolgono in Argentina perchè la denuncia è partita da Buenos Aires. Poi prosegue:
– Dobbiamo prima risolvere il problema argentino e capire se vi sono anomalie penalmente rilevanti. In seguito si vedrà se queste irregolarità, nelle elezioni oggetto della nostra attenzione, si presentano con le stesse dinamiche in altri paesi, se i nomi dei candidati sono gli stessi e se i brogli sono riconducibili a organizzazioni sottostanti.

Ammette senza mezzi termini l’esistenza di anomalie in Argentina e precisa:
– Direi che abbiamo sicuramente accertato che in Argentina ci sono stati brogli elettorali. Ora bisogna capire, essere sicuri a chi riferire queste responsabilità.

Dopo aver sottolineato nuovamente che le indagini potrebbero concludersi nei prossimi mesi, e sicuramente prima della fine dell’anno, aggiunge:
– Sebbene circoscritte all’Argentina, le indagini permetteranno capire se dinamiche simili potrebbero essere accadute anche in altri paesi. Ad esempio, in Venezuela.
– In dichiarazioni rilasciate poche settimane fa al quotidiano on-line “ItaliachiamaItalia”, lei ha fatto riferimento a indagini in altri paesi e ad altri candidati. Ci permetta d’insistere: quali paesi? Quali candidati?
– La denuncia parte dall’Argentina – spiega -. L’indagine si estende perchè il meccanismo è sicuramente identico anche in altri paesi. Qualche anomalia potrebbe essere avvenuta in altri consolati in Argentina ed anche in qualche altro paese dell’America Latina, sempre con riferimento ai candidati… se dovessero cambiare i candidati dovremmo realizzare altre verifiche…

– Altri candidati… a chi si riferisce?
– Lei conosce meglio di me quali sono i candidati e quali sono gli apparentamenti, nelle elezioni oggetto delle indagini – sostiene -. Cercheremo di capirne di più, di indagare più a fondo, di accertare quanto è accaduto.
In merito a quanto pubblicato dalla “Voce” a suo tempo in queste stesse pagine, spiega che la Procura italiana si attiva solo se c’è una denuncia formale, come appunto quella fatta a Buenos Aires. Ma non nasconde il suo interesse su quanto accaduto in Venezuela.

– Prossimamente lei renderà noto il risultato delle indagini. Qualora si dimostrasse l’esistenza di anomalie penalmente rilevanti, quali potrebbero essere a suo avviso le conseguenze che ne deriverebbero?
– In teoria – commenta -, la Magistratura potrebbe accertare con esattezza l’esistenza di un broglio elettorale. Quindi sottoporrebbe i risultati delle indagini all’attenzione della Giunta per l’immunità del Parlamento per le verifiche della posizione delle persone implicate, oggetto dei brogli. Poi, in quella sede verrà fatta una scelta politica. Noi possiamo solamente comunicare al Parlamento i risultati delle nostre indagini. Il Parlamento valuterà e deciderà cosa fare.

La denuncia in Venezuela


CARACAS – Non è stata l’eccezione. Anche in Venezuela, presunti brogli elettorali hanno gettato ombre e dubbi sui risultati nelle politiche del 2008. Come denunciato su queste colonne, e non solo, irregolarità ed anomalie furono riscontrate allora durante tutto il processo elettorale. Irregolarità e anomalie di cui prese opportunamente visione, su richiesta dell’on. Bafile, un tribunale venezolano e che, a conclusione del processo di spoglio, furono presentate ufficialmente presso la Procura italiana.

Semmai poi ci fossero stati dubbi circa la presenza di presunti brogli ai danni di una delle candidate del Venezuela al Parlamento italiano, lo stralcio dell’intercettazione telefonica del faccendiere Aldo Miccicchè (http://www.youtube.com/watch?v=HZ1KmxYDx64&feature=related) reso pubblico dal settimanale L’Espresso, non può che gettare molte ombre sull’argomento. Nel corso di quella conversazione, si parla di schede bruciate, di un gran falò e altre irregolarità alle quali avrebbero contribuito anche personaggi di spicco della nostra Collettività; personaggi di cui il Miccichè fa i nomi e che non hanno mai trovato il tempo per una smentita.

Una legge che va meditata


ROMA – Gente che viene e gente che va. Nei corridoi della Procura di Roma, nonostante l’afa che ci ricorda che è ormai cominciata la stagione estiva, è un andirivieni di agenti in borghese, carabinieri e poliziotti in divisa, magistrati con tanto di toga, segretarie e usceri. C’è chi parla di arresti imminenti, chi di indagini in corso e chi, ancora, di pratiche forensi, retate, ordini di cattura…


Nel loro ufficio, i collaboratori del Procuratore aggiunto, quando non alle prese con il computer, sono impegnati al telefono, che squilla con stressante insistenza. Nella sala antistante l’ufficio del dottor Capaldo si alternano alti ufficiali dei carabinieri, agenti di polizia, magistrati…


Nell’ufficio del Procuratore aggiunto, invece, si respira un raro clima di pacata tranquillità. Dietro la sua scrivania, ordinata ma colma di carte, il dottor Capaldo, a corolario di quanto già detto nel corso della nostra conversazione, esprime un suo giudizio sulla legge elettorale che interessa il voto degli italiani all’estero.
– Credo che questa sia una legge elettorale particolarmente difettosa – ci dice -. Apre tante possibilità di brogli elettorali. E’, senza dubbio, una legge complessa. Intervengono troppi personaggi. E non c’è una partecipazione immediata, sicura dell’elettore.


Sostiene che la legge “va rimeditata”, visto che “la sua prima applicazione e quella del 2008 hanno dato origine a varie denuncie, a possibilità di brogli”. E prosegue:
– Ci sono state denuncie di schede sottratte e poi votate o di schede addirittura sostituite. Ce ne sono state anche di schede mai consegnate perchè irreperibile l’elettore, e quindi accatastate in certi luoghi dove potrebbero essere state oggetto di appropriazione da parte di soggetti che avrebbero potuto aprire i plichi elettorali e quindi votarli a loro piacimento… Insomma, ci sono una serie di dinamiche che sono contro la libera espressione del voto e non ne garantiscono l’autenticità e la trasparenza.


Afferma che il bilancio complessivo indica che “la legge va sicuramente meditata”.
– Va capito come questo diritto dei cittadini possa essere esercitato meglio. Insomma – insiste -, la legge va rivista, analizzata e sicuramente meditata…

Mauro Bafile