La prima volta di Farrar con una dedica speciale

PARIGI – Prima volta, e con gli occhi lucidi, per Tyler Farrar sul podio del Tour de France: lo statunitense ha tagliato per primo il traguardo di Redon dopo una volata da brivido ed il cuore in gola. Un doppio successo per il corridore della Garmin, che già domenica ha brillato nella cronometro a squadre di Les Essarts, e che dedica la sua impresa all’amico Wauter Weylandt, il corridore belga tragicamente scomparso sulla discesa del Passo del Bocco al Giro d’Italia. L’amico che manca. Mentre taglia il traguardo ad una velocità mozzafiato, Farrar disegna con le dita una W, quella di Wauter Weylandt.


Ai microfoni della televisione francese ha gli occhi lucidi: “Non c’é stato giorno in cui non abbia pensato a lui – dice -. Volevo fare qualcosa per lui, per dirgli che non dimenticherò. E l’ho fatto”.
Ieri ci si aspettava l’acuto di Mark Cavendish ed invece c’é stato l’urlo di Farrar, che ha potuto contare su uno splendido compagno di squadra come Thor Hushovd, campione del mondo e maglia gialla. Il norvegese, impeccabile, si è messo a completa disposizione del suo team e ha accompagnato l’americano al traguardo. La maglia gialla resta sulle sue spalle e l’obiettivo per lui ora è di conservarla il più a lungo possibile. Deluso invece Cavendish, che è corso dietro alla sua prima vittoria di tappa, ma si è classificato solo quinto nello sprint. Il britannico ha pagato l’errore del treno della Htc, saltato letteralmente ad una rotonda scenografica quanto insidiosa, a -3 km circa dall’arrivo.


Ne ha fatto le spese anche Alessandro Petacchi: “Ho scelto la ruota di Cavendish – ha spiegato lo spezzino – poi quando si è accorto di esser un pò lungo ha rallentato, si è creato un buco e da dietro ci hanno superato nettamente. E’ stata una volata difficile, ho rischiato due volte di finire per terra”.


Niente da fare per lui ieri. Era uno sprint atteso quello della tappa, partita a Olonne-sur-Mer, in Vandea, e chiusa, 198 km più lontano, a Redon, in Bretagna.


La fuga di giornata è scattata sin dal chilometro zero è stata lunghissima. In testa, un quintetto di fuggitivi – Perez Moreno (Euskaltel), Gutierrez (Movistar), Bouet (Ag2r), Terpstra (Quickstep) e Delage (Française des Jeux) – ha attraversato il suggestivo Pont de Saint Nazaire. A -9 l’attacco si è esaurito e sono stati solo colpi di coda e brividi fino al traguardo. Non è poi così scontato questo Tour, che domani, quarta tappa, entra nel cuore della Bretagna, quella più selvaggia, con le sue strade sinuose battute dal vento: 172 km tra Lorient e Mur-de-Bretagne. L’arrivo si farà in salita, 2 km a 6,9%. La città si è meritata negli anni il soprannome di Alpe d’Huez bretone.