Mondiale, Bergamasco: “L’Italia può arrivare ai quarti”

BOLZANO – Tre Mondiali alle spalle, un quarto da conquistare nelle prossime settimane di raduno a Villabassa. A 32 anni e con 84 presenze in nazionale all’attivo (ma senza infortuni avrebbe probabilmente già passato le 100), Mauro Bergamasco è uno dei veterani dell’Italrugby che da domenica è al lavoro in Alta Pusteria per preparare i Mondiali di Nuova Zelanda 2011. Rientrato nel gruppo a maggio dopo aver saltato per un infortunio alla spalla sia i test match autunnali che l’ultimo Sei Nazioni 2011, Mauro si è diviso tra il campo e la palestra insieme ai compagni di reparto nella prima, impegnativa giornata di preparazione mondiale.


“E’ stato un assaggio di quello che ci aspetta nelle prossime settimane – spiega -. Sarà una preparazione molto dura ed intensa, un lavoro estremamente concentrato nel tempo e nello spazio. Mallett ci ha spiegato cosa si aspetta da queste settimane, quali sono gli standard necessari per conquistare un posto in squadra per i Mondiali. Credo che tutti daranno il massimo per seguire queste linee guida e provare a staccare uno dei trenta biglietti per la Nuova Zelanda”.


Nessuno sente di avere il posto garantito, nel gruppo di Villabassa, nemmeno chi come il maggiore dei fratelli Bergamasco è nel giro azzurro dal 1998.
“E’ la quarta preparazione, vedremo se arriverà anche il quarto Mondiale”, taglia corto Mauro. Pochi minuti nel 1999 contro l’Inghilterra prima di essere messo fuori gioco da una frattura ad una costola, una sola apparizione da titolare nel 2003, le quattro presenze nella sfortunata edizione del 2007 chiusa con l’eliminazione in prima fase a favore della Scozia, vittoriosa per 18-16 a Saint Etienne.


Mauro Bergamasco ha vissuto tre Mondiali diversi ciascuno dall’altro. “Nel 1999 ero giovanissimo ed arrivò tutto molto in fretta – racconta -: la convocazione prima, l’infortunio contro l’Inghilterra che mise fine anticipatamente al mio Mondiale poi. Il 2003 in Australia fu un pò particolare per certe situazioni venutesi a creare con lo staff, ma riuscii comunque a giocare tre partite. Sicuramente, al di là dell’eliminazione contro la Scozia, il mio miglior Mondiale è stato quello del 2007”.


E proprio da una buona parte del gruppo che sfiorò l’impresa di qualificarsi per i quarti di finale del mondiale francese l’Italia riparte per provare ad entrare tra le prime otto al mondo in Nuova Zelanda.
“La strada che questo gruppo ha intrapreso in questi quattro anni – dice Bergamasco – è quella giusta. C’é stata una grande maturazione da Saint Etienne ad oggi, siamo una squadra solida ed esperta nella quale, negli ultimi dodici mesi, sono entrati in pianta stabile alcuni giovani di qualità. Credo, sinceramente, che l’Italia non sia mai stata così performante come oggi”.