Manovra, dal Colle un esame scrupoloso

ROMA – Una «attenta e rigorosa valutazione»: è quella, secondo quanto si apprende da fonti del Quirinale, che il Colle assicura sulla manovra economica del governo che è stata trasmessa al Colle. Un atteggiamento, quello del Quirinale, nei confronti del provvedimento dell’esecutivo sui conti pubblici che per il Colle è prassi ma che, in questa circostanza, sembrerebbe assumere un rilievo diverso dopo le polemiche sulla norma, contenuta nel testo trasmesso alla Presidenza della Repubblica, che parrebbe poter bloccare il maxi risarcimento di 750 milioni di euro dovuto da Fininvest a favore della Cir di Carlo De Benedetti. Per l’esame complessivo del provvedimento, comunque, sarà necessario qualche giorno.

Una manovra che viene «accolta con favore» dalla Commissione Ue, in quanto «in linea con le raccomandazioni specifiche» rivolte da Bruxelles all’Italia che chiedono «la messa in atto senza indugio» di misure mirate al pareggio del deficit entro il 2014 e all’accelerazione della riduzione del debito. E’ quanto ha affermato il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, sottolineando però che «al momento non sono ancora disponibili i dettagli delle misure», senza i quali la Commissione non può compiere un’adeguata valutazione della manovra.


Il provvedimento continua ad essere oggetto di critiche da parte di diverse categorie. I medici del Servizio sanitario nazionale serrano le fila. Delusi e preoccupati dai tagli previsti dalla manovra licenziata giovedì dal Consiglio dei ministri, si compattano e promettono battaglia. Sperando in miglioramenti e correzioni al testo in sede parlamentare.


In campo anche il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori che ha inviato una lettera ai membri del governo e ai capigruppo di Camera e Senato, un vero e proprio manifesto, in cui si legge che «la bozza di legge delega sulla liberalizzazione delle professioni del governo di Silvio Berlusconi, così come le passate azioni e le odierne ripetute affermazioni del leader dell’opposizione Pierluigi Bersani e gli appelli del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, conducono tutte a uno stesso esito: lo snaturamento delle libere professioni».


Ed è allarme anche nella scuola. Tuttoscuola on line avverte che con la manovra ‘salteranno’ anche un migliaio di attuali vicepresidi. Attualmente, infatti, la maggior parte delle 10.311 istituzioni scolastiche statali (le presidenze) si avvale di collaboratori del dirigente scolastico che, per svolgere gli incarichi affidati o per sostituire lo stesso dirigente scolastico, vengono distaccati dall’insegnamento completamente (esonero) o parzialmente (semiesonero).