Nella Coppa America stentano le grandi, l’Argentina vuole rifarsi contro la Colombia

BUENOS AIRES – La nazionale argentina si prepara per lo scontro decisivo con la Colombia, in programma stasera nella città di Santa Fe, con una carica di responsabilità che va aldilà dell’obbligo di passare ai quarti di finale della Coppa America, torneo dove finora anche Brasile e Uruguay hanno stentato, mentre lunedì il Cile ha invece convinto tutti.


La ‘Selección’ dovrà onorare anche la sua condizione di anfitrione e di favorita del torneo, e dovrà conquistare il pubblico con un gioco all’altezza di un organico stellare, che include inoltre il miglior giocatore del mondo, la ‘Pulga’ Lio Messi.


Il ct Sergio ‘Checho’ Batista ha cercato di non farsi condizionare dalle critiche che gli sono piovute addosso dopo il deludente pareggio 1-1 venerdì con la modesta Bolivia, dove l’albiceleste ha mostrato un rendimento lontano anni luce dalle aspettative, e dove soprattutto, ancora una volta, Messi non ha potuto esprimersi sui livelli evidenziati nell’ultimo anno nel Barcellona.


“Non mi piace cambiare da un giorno all’altro”, ha tagliato corto lunedì Batista, giustificando in questo modo la fiducia accordata all’undici iniziale contro la Bolivia: unico cambio previsto per stasera è la sostituzione del laterale sinistro dello Spartak Mosca, Marcos Rojo, per il più esperto Pablo Zabaleta del Manchester City, che sarà schierato sulla fascia destra con l’interista Javier Zanetti spostato sul lato opposto. Non verranno invece toccati centrocampo ed attacco, i reparti al centro delle critiche di pubblico e stampa locale per lo scarso supporto dato al gioco di Messi nel debutto argentino.


Ezequiel ‘Pocho’ Lavezzi e Carlos Tevez, disorientati e poco associati con ‘la Pulce’, erano candidati in un primo momento a fare spazio al ‘Kun’ Aguero, ma – ha precisato Batista – “avranno un’altra possibilità, poi vedremo”. Autore dell’unico gol argentino contro la Bolivia, ed apparso inoltre in forma esplosiva nei pochi minuti accordatigli, Aguero rimarrà invece fuori dall’undici titolare. Rassegnato, il ‘Kun’ ha dichiarato che “se il ct vuole farmi giocare anche solo 10 o 20 minuti sono a disposizione”.


Rimandato anche il debutto del ‘palermitano’ Javier Pastore, che si è però dedicato ad analizzare la situazione dal di fuori: “E’ inutile cercare di emulare il ‘Barça’, dobbiamo trovare il nostro modo di aiutare Lio”.


Il Brasile di Neymar e Pato, dopo il modesto 0-0 con il Venezuela, dovrà onorare la gerarchia di penta-campione del mondo sabato prossimo contro il ben più consistente Paraguay, mentre l’Uruguay di Forlan e Cavani, dovrà essere all’altezza del quarto posto ottenuto nel mondiale in Sudafrica battendo il Cile di Alexis Sanchez, la squadra che ha espresso fino ad ora il miglior calcio del torneo.