Calano i morti sul lavoro: 980 nel 2010

ROMA – Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, i morti sul lavoro in Italia scendono sotto quota mille. Sono 980 nel 2010, secondo il Rapporto annuale dell’Inail, 73 in meno dello scorso anno. Anche gli infortuni diminuiscono, di un 1,9% che li porta poco sopra i 775 mila casi. Il paese si avvicina così alla media europea, che secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2007, è di 2,1 decessi ogni 100 mila occupati (meno dei 2,5 morti italiani).


Dietro i numeri emerge un paese che cambia, ma che continua a morire sul lavoro. Aumentano infatti gli episodi che riguardano le donne (con un +0,4% degli infortuni e un +9,7% dei decessi, 79 in totale) e gli immigrati (con gli infortuni in crescita dello 0,8% fino a 120.135 casi). Aumentano i lutti tra chi lavora nei trasporti (+9,8%, complessivamente 134 persone) e gli infortuni del personale domestico (+26,5%, per 4.931 denunce).


Sono tanti, inoltre, gli infortuni ‘’invisibili’’, legati all’economia sommersa, che in base agli ultimi dati Istat sul lavoro nero (2009), l’istituto stima in 165 mila casi. Le costruzioni sono sempre il settore più a rischio (con il 22% dei morti, 215 nel 2010), seguito dai trasporti, che per il primo anno superano l’agricoltura per numero di decessi (134 contro 115). I miglioramenti più significativi riguardano la metallurgia (-37,7% delle morti, fino a 46) e il commercio (-26,3%, fino a 73). I cali di denunce più marcati sono nel Mezzogiorno (-3,2%), anche se è al Nord che si concentra il 60% degli infortuni (e il 52% dell’occupazione nazionale).


I progressi rimangono importanti anche considerando l’effetto crisi: secondo l’Inail, al netto del calo delle ore lavorate, gli infortuni diminuiscono dell’1% e le morti del 6%. E’ un risultato di ‘’straordinaria rilevanza’’, secondo il presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori, che ricorda come ‘’solo dieci anni fa gli infortuni erano oltre un milione e ben 1.452 i casi mortali’’ e che l’Italia ‘’non è la maglia nera degli infortuni sul lavoro’’ in Europa.


– E’ un dato incoraggiante, sta crescendo al cultura della sicurezza. Tuttavia basta un solo morto sul lavoro per farci dire che non siamo soddisfatti – aggiunge il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che auspica ‘’una riforma costituzionale che riconduca all’Amministrazione centrale le competenze in materia di sanità e sicurezza sul lavoro’’ oggi affidate alle Asl.


L’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano (Pd) ribatte che per questo miglioramento è stato ‘’decisivo il Testo Unico sulla salute e sulla sicurezza’’ del governo Prodi e che il calo degli infortuni è merito delle ‘’lotte sociali’’ e della ‘’conquista di nuovi diritti’’ da parte dei lavoratori.