Inizio da incubo per gli azzurri, l’Argentina complica tutto

DANZICA – Comincia male la finale di World League per l’Italia. Malissimo. Con una sconfitta 3-1 (20-25 25-20 25-22 25-22) che ridimensiona e di molto le aspirazioni e smorza i tanti sorrisi dell’Italia durate la prima fase. Un 1-3 contro l’Argentina, nazionale emergente, ma certo alla nostra portata. Che però dal secondo set in poi ci ha dominati. Ora ci aspettano Polonia e Bulgaria: per andare in semifinale bisogna batterle entrambe.

E dire che era cominciata bene. L’Italia convince nel primo set, in cui Savani coi suoi attacchi sempre a segno dà sicurezza a tutti. Lasko non è da meno. L’Argentina resta attaccata con un muro di Crer e un ace di Pereyra. Allora a pianificare la fuga pensa sempre Savani: due ace e da 15-14 si va 17-14 Italia. Un ace anche di Travica (20-16), un muro di Lasko, un altro di Savani e finisce e lì: 25-20.

Ma il 20-25 è prontamente restituito. Conte scatenato a muro all’inizio (su Lasko e Zaytsev). Poi soffriamo tanto in ricezione: non solo con Zaytsev, sostituto da Maruotti dopo aver subito l’ace di Pereyra per il 14-17, ma anche con il libero Bari. Lasko aveva anche trovato uno strambo attacco per fare 18-19, ma l’arbitro francese Deregaucourt non ha visto un tocco del muro e assegnato il 17-20. Se aggiungiamo che non abbiamo preso un muro, ecco spiegato il 20-25 Argentina. Non serve partire avanti 5-1 nel terzo: un po’ per merito della battuta di Travica, molto per gli errori degli argentini. Non serve, perché facciamo punti pesanti solo sulla battuta del nostro palleggiatore. Basta una serie al servizio di Conte per tornare in parità (12-12). E quando si mette a sbagliare anche Savani, fino a lì l’unico continuo, sono guai seri: 14-16. Di là Conte è in trance: non sbaglia un colpo. L’Argentina se n’è andata e l’Italia non ha più nessun mezzo per riavvicinarsi. Un muro di Ocampo su Lasko (molto calato) fa 25-22 Argentina.

L’Italia non reagisce più nel quarto. Ed è questo l’aspetto più triste, più delle tante cose che non hanno funzionato. Semplicemente gli azzurri non sono più stati capaci di trovare un mezzo per far punti sulle azioni scaturite dal loro servizi. Adesso questa World League rischia di finire molto presto. Perché non sia così servono due imprese. La prima stasera, contro la Polonia e i 18.000 vestiti di biancorosso della Ergo Arena. In bocca al lupo.