Difesa, Consiglio supremo: procedere alla ridefinizione dei nostri contingenti

ROMA – “Di concerto con le istituzioni internazionali” e tenendo conto “degli sviluppi sul terreno”, si può ipotizzare una “ridefinizione” dei contingenti militari italiani impegnati nelle missioni all’estero. E’ la conclusione cui è giunto il Consiglio supremo di Difesa, riunitosi ieri al Quirinale sotto la presidenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.


Alla riunione hanno preso parte il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro degli Esteri Franco Frattini, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani, il Capo di Stato Maggiore della difesa, generale Biagio Abrate, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il Segretario generale della Presidenza della Repubblica Donato Marra, il Segretario del Consiglio supremo di difesa, generale Rolando Mosca Moschini.


Il Consiglio ha fatto il punto della situazione internazionale, esaminando gli impegni operativi delle Forze Armate nei diversi teatri e la possibilità di una loro “ulteriore qualificazione che consenta al nostro Paese di mantenere, anche a fronte di una ridotta disponibilità di risorse finanziarie, il ruolo cruciale che esso attualmente svolge a sostegno della sicurezza e della stabilità internazionale, in risposta a minacce, rischi e responsabilità cui l’Italia non può sottrarsi, ma che deve concorrere ad affrontare anche a tutela dei propri interessi strategici”.


Il Consiglio, “nel rivolgere il proprio apprezzamento e partecipe omaggio ai militari e civili italiani impegnati con convinzione e spirito di sacrificio nelle missioni internazionali”, ha convenuto sull’opportunità di procedere, “di concerto con le Istituzioni internazionali e tenuto conto degli sviluppi sul terreno, ad ogni possibile ridefinizione dei nostri contingenti. La ricerca di soluzioni concordate – si legge nella nota – sarà ponderata e tempestiva”.


Sono 7.224 i militari italiani impegnati nel mondo nell’ambito di operazioni internazionali in 28 Paesi. La maggior parte del dispositivo militare italiano all’estero è di stanza in Afghanistan nel quadro della missione Isaf, circa 4200 militari, ma cifre rilevanti si contano anche in Libano (1.780 caschi blu della missione Onu Unifil) e nei Balcani, con 533 soldati per l’operazione Kfor in Kosovo.


Contingenti meno numerosi sono presenti anche in Iraq (73 istruttori nell’ambito della missione Nato Training Mission) e in altre parti del mondo come in Albania, a Malta, in Uganda, in Israele, in Georgia, nel Darfur, in Congo. Sono 274, infine, i militari italiani impegnati nelle attività antipirateria connesse alla missione Ocean Shield nell’Oceano Indiano.