Alonso ottimista per il Gp di Silverstone

SILVERSTONE – Lo sport ha bisogno di avversari veri, sfide, duelli, ma anche di regole certe, circuiti all’altezza, fascino. La Formula 1 in questo momento sembra non avere alcuno di questi ingredienti, o averli in quantità ridotta. Due frasi di Fernando Alonso, campione del mondo per due volte e uno dei più grandi talenti di sempre, sembrano spiegare bene tutto questo: “Sebastian Vettel, se non avesse commesso errori in Cina e in Canada (dove arrivò ‘solo’ secondo, ndr) avrebbe vinto otto gare su otto”. E poi: “La Red Bull sente di sicuro la pressione più della Ferrari. Loro possono solo rimetterci. Noi non abbiamo chance, opzioni, scelte: dobbiamo solo provare a vincere tutte le gare”.

Ecco, è questo che fa male a questo sport. Alonso è ancora “relativamente ottimista”, non è uno che si arrenda, ha saputo vincere il mondiale senza la supremazia della macchina che invece sta lanciando Vettel a ripetere il successo dell’anno scorso: “La sua monoposto è la più dominante della storia – dice lo spagnolo iniziando il week end di Silverstone – forse anche più della Ferrari di Schumacher nel 2004. Lo è almeno per ora, poi speriamo che non prosegua la serie”.

Insomma, sembra un campionato chiuso: “Come ha detto Felipe Massa, Vettel il titolo lo perde solo se fa sciocchezze. E poi bisogna che noi le vinciamo tutte”. Ecco il senso del calo di tensione, nel Circus. Nemmeno il compagno di squadra di Vettel, Mark Webber, riesce a fargli sentire il fiato sul collo, e siamo nemmeno a metà stagione.

La gente ha bisogno di Senna-Prost, Mansell-Piquet, Schumacher-Hakkinen per sognare. Chi è l’anti-Vettel, che dopo solo otto gare ha 77 punti in più dei secondi, Button e Webber, 89 su Hamilton, 99 su Alonso? Non c’é, semplicemente. Difficile appassionarsi, anche nell’anno in cui c’é il ritorno dei sorpassi. E lui, chiamato in Ferrari per proseguire l’opera di Schumi continuata da Kimi Raikkonen, come si sente nell’anno in cui, parole sue, sta dando il meglio di sé? In qualifica, in gara, stando da 13 gare di fila davanti al compagno di squadra. Frustrato? Ecco la tempra del campione: “No, ho solo più voglia di vincere. Nel 2010 la Ferrari contro una gran macchina é stata in lotta fino all’ultima gara. E anche quest’anno, in inverno era molto competitiva. Poi ci sono stati i problemi in galleria del vento, quei dati che non coincidevano con il responso della pista. Bene, la Ferrari è stata capace di prendere la giusta direzione e recuperare quei tre mesi di ritardo. E’ più competitiva e ha ridotto il gap a tre secondi al traguardo, a Valencia. Solo un squadra al top ci riesce”.
A Silverstone scatta il bando per gli scarichi soffiati, una scelta che per il genio Red Bull, Adrian Newey, avvantaggia la Ferrari e penalizza la sua creatura, costruita proprio su quegli scarichi: “Saranno danneggiati tutti, anche la Ferrari, impossibile dire oggi chi più e chi meno. E la Red Bull non è solo scarichi, è un grande pacchetto in tutti i sensi”.

Silverstone, dove la Ferrari vinse il 14 luglio di 60 anni fa la prima gara in F1 con Froilan Gonzales, si è rinnovata: ha cambiato il rettilineo di partenza, lunghissimo e concluso da una curva veloce che piace ai piloti, ma ha spostato paddock e box in una zona, scavata come un sottopassaggio, che impedisce di vedere bene i pit stop dalla stessa tribuna centrale e dal paddock club, dove si entra pagando prezzi profumatissimi. La sala stampa è al chiuso, non ha finestre sulla pista. Non è forse questa la via per favorire il rilancio dello sport. E se succede in Inghilterra, la culla della F1, forse si spiegano tante cose. Molte di quelle che non vanno, ad esempio.