Bossi: «Nessuno sapeva, nemmeno Tremonti»

ROMA – Il premier ha fatto dietrofront. La norma «salva-Finivest» è scomparsa dal testo della manovra. Ma, anche così, continua a tener banco. Negli ambienti politici, nel bene o nel male, non si parla d’altro. Specialmente dopo la smentita, chiara e decisa del Senatur.


Il leader della Lega, Umberto Bossi, ha dato la sua versione sulla vicenda dopo che il premier Berlusconi ha sostenuto che il ministro dell’Economia ne era a conoscenza.
– Della norma salva Fininvest in manovra – ha affermato categorico Bossi, mentre lasciava Montecitorio – non lo sapeva nessuno, nemmeno Tremonti.


Dal canto suo, Fabrizio Cicchito, capogruppo del Pdl alla Camera, secondo cui ‘’è inutile e ozioso andare a caccia della paternità di un provvedimento ormai stralciato’’, ha cercato di minimizzare l’incidente avanzando l’ipotesi di un errore di poco conto nella maniera in cui è stato presentat il provvedimento.
‘’Probabilmente – ha sostenuto in una intervista al Messaggero – c’è stato un errore nel modo in cui è stato presentato e collocato, ma la sostanza è difendibile perchè sarebbe giusto far discendere il pagamento di eventuali penali dai tre gradi di giudizio. Il pregiudizio nei confronti del Cavaliere resta fortissimo e ogni norma viene passata al microscopio per verificare se e come impatta interessi di Berlusconi. Poi certo l’interesse di colui che prese la tessera numero uno del Pd (Carlo De Benedetti) è stato determinante’’.

Per l’esponente del Pdl adesso è ‘’molto meglio concentrarsi nel merito del provvedimento che è stato illustrato da Tremonti e che va approvato entro i primi d’agosto, perchè non possiamo esporre il paese ai rischi di una speculazione finanziaria’’.
‘’Per fare una cosa ragionevole e praticabile – aggiunge – dobbiamo concentrare i nostri sforzi su pochissime cose. Le pensioni sono una di queste, come poi i risparmi e la sicurezza, ma resta comunque il vincolo dei saldi finali’’.


Di tutt’altra opinione è l’on. Italo Bocchino, vicepresidente di Futuro e Libertà, che ha criticato l’annuncio del premier Silvio Berlusconi di riproporre la norma ‘salva-Fininvest’ in Parlamento
– La norma che riguarda il Lodo Mondadori – ha sostenuto – è inaccettabile sia dentro la manovra sia in Parlamento ed è grave che Berlusconi voglia riproporla.


Quindi ha asserito perentorio:
– Le sentenze vanno rispettate senza ricorrere ai propri poteri per aggirarle.
Ancor più severo nei giudizi è stato il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.
– Il lupo perde il pelo, ma non il vizio – ha dichiarato -. Per Berlusconi è così importante salvare la sua Fininvest che è disposto a perdere definitivamente la faccia e, soprattutto, a offendere quei 27 milioni di italiani che da ultimo, due settimane fa, gli hanno detto di smetterla di usare il suo ruolo e le sue funzioni per farsi gli affari propri.


Ha poi aggiunto:
– E’ l’ennesima presa in giro alle istituzioni dire che questa norma verrà reinserita all’interno di un percorso parlamentare. Lo sanno anche le pietre che questa maggioranza asservita è disposta a votare qualsiasi cosa Berlusconi chieda solo per avere assicurata la rielezione. Ormai la verità è una e una sola: la maggioranza parlamentare si è ‘scilipotata’ completamente.