Ue: salvare la Grecia per blindare Italia e Spagna

BRUXELLES – Ormai non è più solo la Grecia: salvare Atene significa salvare la zona euro, la moneta unica, e nell’immediato Paesi, fra cui anche l’Italia. Le tensioni sui mercati finanziari, che da venerdì scorso non danno tregua all’Italia, costringono ad un’accelerazione l’agenda dei ministri economici della Ue, che prima della pausa estiva devono trovare il modo di evitare il default della Grecia e di frenare le speculazioni che mirano dritte alla tenuta anche di grandi economie come l’Italia, la terza dell’eurozona.


Tanto per dare la misura di un’Europa concentrata sulla sua missione contro il default di Atene e l’effetto domino sulle altre, ben più pesanti, economie, la prevista riunione dell’eurogruppo di ieri è cominciata con una meno consueta riunione dei ‘grandi capi’ della Ue: il presidente della Ue Herman Van Rompuy ha voluto con sé il presidente della Commissione Ue, José Barroso, quello dell’Eurogruppo, Jean-Claude Junker, della Bce, Jean-Claude Trichet e il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn. Presente anche il direttore del Tesoro, Vittorio Grilli, in qualità di guida del comitato finanziario della Ue. Insieme, hanno messo sotto osservazione l’andamento dell’eurozona, concentrandosi ‘’sugli sviluppi recenti’’, come ha spiegato Van Rompuy in uno scarno comunicato che fatica a rassicurare le borse che dopo il venerdì nero hanno fatto registrare un lunedì ancora più scuro.


Non è più solo la Grecia il problema, e anche i ministri lo sanno.
– L’Italia non ha bisogno di essere salvata, ce la può fare da sola, ma con l’aiuto di tutti – ha detto il ministro spagnolo Elena Salgado. Ne è convinto anche il belga Didiers Reynders che insiste per trovare subito ‘’una soluzione alle tensioni sui mercati come quelle che si stanno verificando in Italia, perchè aspettare settembre sarebbe rischioso’’.

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E la soluzione a cui lavorano i ministri è il secondo piano salva-Grecia, da 100-110 miliardi di euro come il primo, da mettere a punto anche con l’Fmi, tanto che a Bruxelles c’era anche John Lipsky, il vice-direttore generale del Fondo. Almeno due le possibilità su cui però, al momento, i responsabili dell’economia sembrano divisi, nonostante gli appelli a fare in fretta del presidente Barroso e nonostante le settimane di consultazioni con il settore privato, che vorrebbero coinvolgere nel nuovo piano. Una è il cosiddetto ‘buyback’, il riacquisto del debito greco; l’altra lo ‘swap’, proposto dalla Germania, che prevede la sostituzione dei titoli greci con bond a più lunga scadenza. Entrambe sono mosse che renderebbero più sostenibile il debito di Atene, che viaggia oltre il 160% del Pil. Sembrerebbe tramontata invece la proposta francese di rinnovare i titoli alla scadenza (‘rollover’), dopo che le agenzie di rating l’avevano bocciata, considerandola solo il ‘make up’ di un default. Che è quello che la Ue deve evitare: la parola default, pronunciata delle agenzie, scatenerebbe un effetto domino sotto cui la zona euro soccomberebbe.