Biotestamento: Via libera, scoppia la polemica

ROMA- Via libera dalla Camera al ddl sul biotestamento. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto. I voti a favore sono stati 278, 205 i contrari, 7 gli astenuti. Il testo, con le modifiche apportate dagli emendamenti approvati nell’aula di Montecitorio, tornerà ora al Senato per il disco verde definitivo.


A far discutere è soprattutto l’articolo 3 del provvedimento che descrive ‘Contenuti e limiti della dichiarazione anticipata di trattamento (Dat)’. In particolare si prevede che sulla sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale (per mesi al centro del dibattito nazionale per il caso di Eluana Englaro) non conta la volontà del paziente, espressa nella Dat, tranne in alcuni casi eccezionali.


E’ una “legge-schifezza’’, è il duro commento di Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni. ‘’E’ l’unica definizione che si puo’ dare a una legge sul fine vita imposta da una maggioranza clericale e oscurantista, che non trova riscontro in alcun paese europeo e occidentale; una legge che ci condanna a stati vegetativi anche quando preventivamente, in piena coscienza, abbiamo comunicato la nostra volontà in senso contrario. Con l’approvazione in particolare dell’articolo 3, con questa legge, se verrà confermata anche dal Senato, si negherà ogni valore alla volontà del singolo”.
Di “una legge che sottrae agli italiani la libertà di decidere sulla propria vita” e “che chiede ai medici non di curare, ma di costringere alle cure”, una legge “violenta” parla in modo netto il presidente di Sel, Nichi Vendola. “L’obbligo di soffrire per legge non è umano, non è dignitoso”. “Ancora una volta – conclude – questo Parlamento dimostra, come la settimana scorsa sulle province, di essere lontano dalla realtà e dalla vita degli italiani. Una distanza ed un arroccamento che mettono tristezza”.


Per il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, invece, “la legge sulla vita approvata dalla Camera dei Deputati rappresenta la riaffermazione del primato del Parlamento rispetto ai provvedimenti creativi dell’ordine giudiziario”.

I medici


‘’La legge contro il biotestamento in votazione alla Camera stravolge l’atto medico, che non deve più tenere conto delle volontà anticipate del paziente e non viene riconosciuto anche nel caso dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale’’. Lo dichiara Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici, che spiega: ‘’Se il medico non ottempera a quanto gli viene imposto dalla legge, in modo contrario al codice deontologico e all’alleanza terapeutica con il paziente, rischia di essere incriminato con accusa di omicidio’’.


La Chiesa


“La legge in corso di approvazione sottrae l’autodeterminazione del volere all’arbitrio eutanasico, rapportandola alle ragioni dell’intelligenza, che sono le ragioni del bene morale della vita e della sua inviolabilità, senza né decidere la morte per rifiuto di cure ordinarie e proporzionate né respingerla per ostinazione e accanimento medico’’. Con un editoriale di prima pagina, il quotidiano cattolico Avvenire ha ribadito l’altro ieri il suo sì alla legge sul fine vita.


Il quotidiano dei vescovi confuta le tesi di quanti accusano la legge di contraddire e violare il diritto fondamentale all’autodeterminazione.
– Nella pervasiva tendenza odierna a riportare tutto l’ambito della cosiddetta vita privata sotto il principio dell’autonoma e incondizionata volontà del soggetto – scrive l’editorialista Mauro Cozzoli -, scelte e comportamenti riguardanti la vita, la sessualità, il matrimonio, la procreazione, la famiglia, l’amicizia, la religione, l’educazione, la comunicazione non rispondono più a verità oggettive e vincolanti di comportamento, ma a opinioni, convenienze e preferenze soggettive, rivendicate come diritti inalienabili da riconoscere e far valere. Ogni regola e norma in questo campo è avversata come invasione e violazione della libertà e del diritto.


Secondo Avvenire, “la tutela della vita o la sua soppressione, la verità o la menzogna, la fedeltà coniugale o l’abbandono del coniuge non stanno di fronte alla libertà autodeterminante del soggetto nello stesso modo di un menu di pesce o di carne, di un viaggio in aereo o in treno, di una vacanza al mare o in montagna. Le possibilità nel secondo caso si equivalgono, nel primo no’’.