“Risposta politica ai mercati”, arabi guardano a bond Ue

ROMA – “L’andamento di questa giornata ci insegna che i mercati vogliono risposte dalla politica. E questo vale sia per l’Italia che per l’Europa”. Lo afferma all’Adnkronos Pier Carlo Padoan, vicesegretario generale Ocse. Padoan sottolinea come nel nostro paese “la possibilità che la legge finanziaria sia rapidamente chiusa ha dato sollievo ai mercati”. ‘’La vera scommessa’’, per l’economista e professore all’Università Tor Vergata, Marcello Messori, ‘’è dare un forte e credibile segnale di trasparenza ai mercati mostrando di essere in grado di attuare una manovra che rispetti gli impegni con l’Ue e diano segnali di sostegno della crescita. E’ una scommessa difficile da vincere perché bisogna attuare delle misure che non pesano sul debito pubblico e nello stesso tempo aggiustare il bilancio con interventi poco recessivi. Tutto in breve tempo’’.


Ma come vedono gli esperti stranieri la situazione italiana?
Per Fabian Zuleeg, capo economista dell’European policy centre (Ecp), la manovra “non è sufficiente”, l’Italia “deve fare di più in termini di riforme strutturali” e quello che sta succedendo in questi giorni sui mercati “è un test per misurare la sua vulnerabilità”. “Ci sono due livelli in questa crisi – spiega l’esperto – da una parte c’è sempre stata preoccupazione nei confronti dell’Italia, che ha un grande bisogno di riforme strutturali ed è sempre stata debole sul fronte della crescita”. Dall’altra “c’è un livello più alto, che riguarda l’UE e la moneta unica”. La crisi è scoppiata adesso “perché i mercati vogliono testare l’Itali e vogliono vedere quale impatto potrebbe avere sugli altri Paesi dell’eurozona un’eventuale ristrutturazione del debito greco”. Per Zuleeg siamo “in un momento chiave per la stabilità dell’eurozona, in cui l’Italia ed i suoi partner devono dimostrare di poter resistere alle pressioni, altrimenti la situazione diventerà pericolosa, perché il problema Italia è troppo grosso”.


Federica Miglietta, economista e autrice del libro ‘Fondi Sovrani e Finanza Islamica’, ritiene che il crollo del mercato azionario difficilmente porterà gli investitori arabi a ‘’fare shopping’’ di azioni europee, come è accaduto dopo la crisi di fine 2007. Non è escluso, invece, un aumento di interesse per i nostri bond, per via della crescita dei loro rendimenti. Oggi i fondi sovrani arabi ‘’investono in modo molto massiccio sulle energie rinnovabili, mentre negli scorsi anni si concentravano su assicurazioni e banche’’. Un interesse arabo potrebbe invece esserci sul debito sovrano.