Paura contagio, l’Ue lavora al rilancio salva-stati

ROMA – I ministri dell’area euro “sono pronti ad adottare ulteriori misure contro il contagio”. A partire da un rafforzamento del Fondo salva-Stati, e coinvolgendo eventualmente i creditori privati. Il consiglio dei ministri delle Finanze dell’euro non va oltre questo proposito. Niente misure concrete per fermare gli attacchi dei mercati finanziari che hanno preso di mira anche l’Italia, facendo balzare lo ‘spread’ decennale a nuovi record oltre i 300 punti e affondando la borsa di Milano. Ma l’Eurogruppo ha delineato una possibile strada da seguire per prepararsi al peggio: i ministri sono pronti ad “aumentare la flessibilità e la capacità del fondo Efsf e allungare le scadenze dei prestiti e abbassare i tassi”.


Anche con un accordo sul collaterale. O dando allo ‘European Financial Stability Facility’, che finora può solo concedere prestiti bilaterali ai Paesi in difficoltà come fatto con Grecia, Portogallo e Irlanda, la capacità di comprare titoli di Stato sui mercati. Il nuovo piano per la Grecia “ci sarà, questo è sicuro”, garantisce il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. I ministri “hanno discusso i principali parametri di un nuovo programma di aggiustamento pluriennale per la Grecia” e hanno dato il benvenuto alle nuove misure adottate da Atene sul fronte delle privatizzazioni, nonché il via libera alla quinta tranche del prestito del Fmi”. Nessuna discussione specifica, ha detto Juncker, si è svolta sull’Italia.


Nemmeno in occasione del vertice speciale che ha preceduto il consiglio dei ministri europei e a cui hanno partecipato il presidente della Ue Herman Van Rompuy, quello della Bce Jean-Claude Trichet e il presidente del Comitato economico e finanziario Ue Vittorio Grilli. Ma è anche per combattere l’instabilità che sta colpendo i titoli italiani che “stiamo rafforzando la nostra capacità di risposta comune”, ha detto il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn. Il nuovo salvataggio della Grecia – ha spiegato Juncker – potrà avvenire facendo pagare una parte del conto anche ai creditori privati. Ma restano irrisolti i nodi principali a partire dal tipo di meccanismo: dopo il probabile tramonto dell’ipotesi di allungare il debito in scadenza, avanzata dai francesi, si parla di un concambio o riacquisto dei titoli sul mercato, quest’ultima per Rehn “una delle opzioni”.