Berlusconi tace e scruta. Il governo va avanti

ROMA – Ancora un giorno di silenzio. Ancora 24 ore chiuso a Palazzo Grazioli, per Silvio Berlusconi, che annulla la visita di Stato a Belgrado e cancella dall’agenda anche la sua presenza ai funerali solenni dell’alpino ucciso in Afghanistan.

”Il premier preferisce stare zitto, non esporsi, non compromettere in alcun modo la ripresa dei mercati ed il clima di coesione intorno alla manovra. Magari parlerà dopo il voto alla Camera. E’ ancora molto indignato della sentenza che lo condanna a risarcire De Benedetti”, lascia trapelare un fedelissimo.

A ciò si aggiungerebbero i dubbi del premier sulle continue voci di un governo tecnico mentre si fa sempre più forte il ruolo del capo dello Stato nel quadro politico. C’è oggi un Berlusconi ‘parlante’. Ma è quello dell’intervista concessa una settimana fa, in un altro momento politico, alla deputata Mariarosa Rossi, nella quale il Cavaliere osserva che ”agli italiani con il nostro governo è andata molto bene, da farsi il segno della croce con il gomito, come dicono a Milano” e ”anche per questo dobbiamo continuare a governare noi”.

Da giorni invece Berlusconi morde il freno, e annulla un appuntamento dietro l’altro, incurante delle accuse dell’opposizione, che lo dà per ‘desaparecido’ e parla apertamente di un ‘ruolo di supplenza’ del Capo dello Stato Giorgio Napolitano nella guida del Paese. Da Lampedusa alla telefonata alla festa del Pdl a Mirabello, dalla visita a Milanello alla conferenza stampa con Michela Vittoria Brambilla e alla commemorazione dell’amico senatore Romano Comincioli, fino agli impegni cancellati ieri l’elenco degli appuntamenti mancati all’ultimo momento dal premier si fa sempre più lungo ed il premier non parla. Tanto più che la risposta dei mercati continua a non essere positiva, con lo spread Bpt-Bund che torna a salire ed il nuovo calo di Piazza Affari dopo il primo sì del Senato alla manovra. Per questo il Capo dello Stato, dopo aver definito ”un miracolo” che la manovra dopo Palazzo Madama sia già alla Camera per il varo, mette in guardia dai facili entusiasmi.

Il difficile perciò deve ancora venire, mentre si annunciano novità giudiziarie nelle inchieste che hanno toccato il governo. Ma il premier – confermano i pochi che in queste ore parlano con lui – non ha nessuna intenzione di fare passi indietro e mal sopporta tutto il grande agitarsi intorno al ‘dopo-Berlusconi’, che del resto ritiene di aver egregiamente avviato mettendo Angelino Alfano a capo del Pdl. Ed è proprio l’urgenza che il Guardasigilli uscente ha di dedicarsi alle questioni di partito a costringere il Cavaliere a rimettere mano al puzzle del rimpasto.

Dalla Croazia l’inquilino del Colle cerca di dissipare ogni possibile motivo di attrito e di fibrillazione politica.
– Non sono seri tutti questi accenni al toto-ministri – bacchetta da Zagabria Napolitano – Io non ho ricevuto alcuna proposta dal presidente del Consiglio.

Intanto Berlusconi morde il freno e aspetta, dopo la manovra, di riprendersi la scena. Ieri ad esempio il Cavaliere – raccontano fonti di maggioranza – avrebbe letto in controluce il discorso quasi da premier fatto da Giulio Tremonti al Senato. Il titolare dell’Economia ha ringraziato infatti le opposizioni e ha chiesto loro ”un duro e responsabile lavoro comune nel Paese e per il Paese”.

Ed è il leader della Lega Umberto Bossi, con una plateale pernacchia ed il gesto delle corna, a confermare il lavorio al governo delle larghe intese.
– Tanto, devono venire a parlare con me. Sennò se lo facciano loro.