Manovra, Napoletano firma: «Ora puntare sulla crescita»

ROMA – C’è enfasi e sincero compiacimento nell’elogio di Giorgio Napolitano al Parlamento per aver approvato veramente ”in tempi brevissimi” i ”massicci interventi per la stabilizzazione finanziaria” proposti dal governo con alcuni emendamenti discussi con le opposizioni. il capo dello Stato, che ha immediatamente promulgato la manovra uscita da Montecitorio, aveva detto l’altro ieri la stessa cosa con altre parole: ”è un miracolo!”.


Ma dalle parole di Napolitano traspare anche preoccupazione e ansia per l’effetto combinato, a ”morsa” che produce la bassa crescita economica insieme all’alto debito pubblico, e anche per l’incertezza della situazione politica. Il capo dello Stato rilancia perciò l’appello alla coesione nazionale sapendo bene che l’esito della partita contro gli speculatori finanziari è ancora incerto. Dipende dalla capacità di fare altri grandi passi che richiedono la stessa coesione, e queste mosse possono essere condizionate dalle fibrillazioni del governo, sotto tiro in materia di giustizia e per il contenuto stesso dei provvedimenti approvati. E’ evidente la voglia dell’opposizione di mettere all’incasso le difficoltà del governo con progetti di nuovi esecutivi più o meno ‘tecnici’, mentre dal versante della maggioranza si fa osservare che finchè l’esecutivo potrà contare in Parlamento sui numeri evidenziati dal voto di dell’altro ieri e di ieri questi progetti non potranno avere alcuna prospettiva con un Quirinale sempre attento alle prerogative del Parlamento.


Napolitano ha fatto capire come la pensa quando ha definito ”irresponsabile” il gioco al totoministri, e ha tenuto a sottolineare e a valorizzare il contributo delle opposizioni al risultato di ieri, mettendo in evidenza che ognuno ha fatto la sua parte e non cè stato nessuna confusione di ruoli fra maggioranza ed opposizione, nessuna attenuazione della dialettica politica.


Ciò detto, ha aggiunto che ”spetta ora agli opposti schieramenti confrontarsi nel modo più aperto e concludente sulle scelte che restano da adottare per rompere la morsa alto debito-bassa crescita che stringe l’Italia e per contribuire a un vigoroso rinnovamento e rilancio del progetto europeo”. Il Colle continuerà perciò a svolgere la moral suasion affinchè possa ripetersi su questi e altri problemi urgenti e drammatici per il paese la convergenza che ha avuto e dovrà avere ancora come ”punto di partenza il comune riconoscimento, dinanzi alla gravità crescente dei rischi incombenti per il costo del nostro debito pubblico, dell’obbiettivo del pareggio di bilancio entro il 2014”.