Fiat, i nodi del Lingotto tra investimenti e mercato

ROMA – Italia sì. Ma anche Stati Uniti. E poi Brasile. La strategia di una società globale, a più teste, non guarda al fuso orario. Così, molto probabilmente, la riflessione sul Piano Fabbrica Italia, che il Lingotto ha avviato congelando gli investimenti per valutare l’impatto della sentenza del tribunale del capoluogo piemontese sul ricorso Fiom, potrebbe arrivare sul tavolo del Cda che la società terrà il prossimo fine settimana in Brasile, per esaminare i conti del gruppo del secondo trimestre.

Nella road map della società, poi, c’è una sempre più forte integrazione tra Torino e Detroit, con la messa a punto di una ”squadra unica” per le due case automobilistiche che – per il Wall Street Journal – potrebbe essere il preludio di una fusione tra i due gruppi. Su tutto poi, aleggia lo spettro di un mercato auto che avverte ancora la crisi internazionale.

– FABBRICA ITALIA: Il piano della Fiat punta a investimenti per 30 miliardi, dei quali due terzi in Italia. L’obiettivo è quello di raggiungere una produzione di 6 milioni di auto nel 2014 tra Fiat e Chrysler. L’Italia ne dovrebbe produrre 1 milione e 400 mila, più del doppio rispetto ad oggi. Gli investimenti erano proprio subordinati al raggiungimento degli accordi con i sindacati, che sono stati considerati ”legittimi” dal tribunale di Torino. Il nodo, però, si sposta ora sulla rappresentanza Fiom imposta dal giudice. La Fiom, non avendo firmato l’intesa, si trova fuori dal sindacato aziendale (le Rsa) delle nuove società, le Newco, che sono state costituite all’esterno del perimetro del contratto nazionale. Tra le novità ad esempio, i nuovi contratti ‘aziendali’ fissano regole diverse per gli scioperi.

– I CDA IN BRASILE: Il prossimo appuntamento per la Fiat è fissato in Brasile. Sergio Marchionne ha convocato per il 25 e il 26 luglio i cda di Industrial e Spa sui conti del secondo trimestre 2011. Ma potrebbero anche essere adottate decisioni sulla ”squadra” che gestirà in futuro il gruppo nelle diverse aree nelle quali è presente.

– INTEGRAZIONE CON CHRYSLER: Lunedì scorso Marchionne ha annunciato a Zurigo che presto ci sarà ”una singola leadership alla guida sia di Fiat e sia di Chrysler. La squadra potrebbe essere formata da circa 25 ”uomini d’oro” che da Marchionne boys. Del resto sono già oggi 26 i tpo manager a diretto riporto di Marchionne in Fiat.

La notizia è stata letta come un preludio di fusione tra i due gruppi da parte del Wall Street Journal. Di certo le prossime mosse sono già in parte tracciate. Fiat dovrebbe salire al 57% di Chrysler per fine anno, grazie al 6% del Tesoro Usa recentemente conquistato e al 5% che verrà consegnato a Torino con il conseguimento di un ulteriore step già prefissato. Nessuna trattativa, invece, ci sarebbe con la quota Veba, il fondo del potente sindacato dei dipendenti dell’auto Usa.

– IL MERCATO E I PRODOTTI: Il Piano Fabbrica Italia prevede che in cinque anni saranno 51 i modelli prodotti, tra nuovi modelli (34) e restyling (17). Ma, al momento, il mercato non aiuta. Gli ultimi dati europei hanno visto un calo dell’ 8,1% delle vendite del settore a giugno, dopo il rialzo di maggio: un contesto nel quale la Fiat ha comunque tenuto botta. La sua quota di mercato è rimasta in Europa stabile al 7,3%.