Le opposizioni contro la manovra Pd: «La parola alle urne»

ROMA – E se la manovra fosse sbagliata, e favorisse così la sfiducia dei mercati verso i titoli italiani? Ad affermarlo sono non solo le opposizioni, che chiedono in coro le dimissioni di Berlusconi e del suo governo, ma anche alcuni economisti a partire da quelli che fanno capo a LaVoce.info.


Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani non ha dubbi, il dopo Berlusconi richiede un passaggio elettorale, mentre il leader Udc Pier Ferdinando Casini rilancia un governo di unità nazionale. Richieste tutte respinte dal Pdl.


‘’Una manovra finanziaria potenziata – si legge sul sito de LaVoce.info – non basterà a invertire il clima di sfiducia nei confronti del nostro debito pubblico se non si faranno riforme per la crescita e non si interverrà migliorando le diverse misure’’.


Sì, spiega il sito, perchè il decreto colpendo le famiglie (reddito tagliato del 6%), avrà ‘’effetti recessivi rendendosi in parte inefficace per le minori entrate dovute a una crescita inferiore’’. Senza contare, come evidenzia Tito Boeri, che la manovra aggiusta i conti soprattutto con più entrate e non migliorando la struttura della spesa. Insomma la manovra andrebbe ‘’corretta’’ nei contenuti. E anche il Sir, l’agenzia della Cei, chiede riforme ‘’strutturali’’ con la ‘’lotta all’evasione fiscale e sostegno alle famiglie’’. Concetti sostenuti anche dalle opposizioni.


– Il decreto – afferma Ermete Realacci (PD) – preme soprattutto sui ceti medio-bassi. Bisogna cambiare segno e far sì che a dare un contributo maggiore sia chi ha più risorse.


Per Antonio Di Pietro occorre ‘’ribellarsi a questa manovra così iniqua e ingiusta, che toglie ai poveri e dà agli evasori, alla cricca e alla casta’’. Insomma, attacca Paolo Ferrero del Prc, una ‘’manovra di massacro sociale’’ che oltretutto non ha misure anti speculazione, come il divieto di vendita allo scoperto.


In ogni caso secondo le opposizioni la risposta negative dei mercati indica che è il governo e non essere credibile e che quindi si deve dimettere. Lo hanno chiesto dal Pd (Stefano Fassina e Francesco Boccia) all’Idv, all’Udc e anche Sel (Gennaro Migliore). Ma le opposizioni propongono soluzioni diverse tra loro.