Per i 150 anni dell’Italia unita il governo cancella gli italiani all’estero

ROMA – Viene “soppressa” la circoscrizione Estero. Lo stabilisce la bozza di riforma costituzionale presentata dal governo, a firma del ministro Roberto Calderoli. “All’articolo 48 della Costituzione, il terzo comma è abrogato”, si legge nel testo, con riferimento alla norma costituzionale che attualmente prevede l’esercizio del diritto di voto per l’elezione dei parlamentari, da parte dei cittadini residenti all’estero.
Una proposta allarmante ed un provvedimento che non era nel programma del governo Berlusconi.
Certo tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma la proposta genera irritazione nei rappresentanti degli italiani all’estero, 6 senatori e 12 deputati.

La proposta, ovviamente, non può piacere. Ma accende i riflettori su un problema che va risolto: le modalità del voto all’estero, senza eliminare le circoscrizioni, vanno comunque migliorate .Ed è questa un’idea bipartisan.
“Questa proposta di legge in forma costituzionale mi sembra una stupidaggine”, attacca il deputato Pd eletto in Nordamerica Gino Bucchino. “Che la Lega sia da sempre contraria alla partecipazione degli italiani all’estero alla vita politica italiana è fatto noto da tempo”, ma questa bozza “ci può aiutare in maniera indiretta a dare la certezza del voto, eliminare i brogli e tutte le cose che sono successe per cui non mi preoccuperei”.

D’accordo con Bucchino anche l’altro deputato eletto in Nordamerica, Amato Berardi. “Con tutto il rispetto per il ministro Calderoli ci sono molti altri tagli che si possono fare all’interno dei vari collegi italiani. Noi all’estero dobbiamo rimanere”. Per Berardi, la priorità è “tagliare le spese extra” e per questo “ci sarà una riforma”, ma nessuno tocchi il voto per gli italiani all’estero. “La maggioranza e la minoranza sono d’accordo su questo”.

Secondo il responsabile per gli Italiani nel mondo del Pd, Eugenio Marino, la bozza “è l’ennesimo schiaffo di questo Governo agli italiani residenti all’estero, la prova concreta, se mai c’era ancora qualche dubbio, che quanto il governo ha sbandierato negli ultimi 3 anni non corrispondeva assolutamente alla realtà dei fatti. Così il governo e la maggioranza gettano la maschera. Il Governo – prosegue – vuole cancellare nell’anniversario dell’Unità d’Italia 150 anni di emigrazione, 4 milioni di concittadini che hanno a cuore il proprio Paese e un percorso di rappresentanza pluri-decennale. Il Pd farà di tutto per scongiurare quanto proposto con leggerezza e in maniera scellerata dal governo.

GLI ELETTI DEL PD

ROMA – “Non sappiamo se gli eletti nella Circoscrizione Estero siano le persone più indicate per commentare le anticipazioni sulla bozza di riforma costituzionale che il Governo si accinge a varare e che prevede, tra l’altro, l’abolizione del terzo comma dell’articolo 48 della Costituzione, nel quale è stato introdotta appena undici anni fa la stessa circoscrizione estera. Se non come perorazioni difensive, queste considerazioni valgano almeno come testimonianze di persone informate dei fatti e consapevoli delle conseguenze che un’impostazione di questo tipo comporta”. Lo scrivono i deputati del Pd eletti all’estero Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Franco Narducci, Fabio Porta.

“Intanto – proseguono – l’abolizione della Circoscrizione Estero è la chiusura del cerchio di quella specie di soluzione finale che il Centrodestra ha adottato nel giro di soli tre anni: i tagli progressivi e lineari alle politiche emigratorie, la mutilazione delle reti dei servizi per gli italiani all’estero (consolati, consolati onorari, corsi di lingua e cultura, assistenza diretta e indiretta, stampa italiana, ecc.), il ridimensionamento e lo svuotamento della rappresentanza e – colpo finale – l’abolizione del voto per corrispondenza e della rappresentanza parlamentare.

In nessun momento della storia dell’emigrazione italiana un governo nazionale si è rapportato alla nostra diaspora in modo tanto distruttivo e perverso. Il Sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, sen. Alfredo Mantica, a fronte di questa prospettiva ha testualmente dichiarato alla Padania: “Credo che, alla luce di un più che necessario taglio dei costi della politica, possa starci anche la proposta dell’abolizione della Circoscrizione Estero”. Questa è la dichiarazione, senza commento, del Sottosegretario Mantica che avrebbe il dovere istituzionale di garantire i diritti degli italiani all’estero, sanciti peraltro dalla Costituzione.

In un quadro di questo genere, appare ancora più grave l’errore commesso da chi ha ritenuto di “riformare” la rappresentanza con la politica del carciofo, vale a dire pezzo per pezzo, con l’ormai evidente conseguenza di fare semplicemente a pezzi l’intero sistema della rappresentanza, lasciando sul terreno solo macerie. Per venire al progetto Calderoli, ammesso che sia qualcosa di più di un’offensiva propagandistica volta a fare uscire dall’angolo dove sono finiti governo e maggioranza, l’eventuale abolizione del terzo comma dell’art. 48 della Costituzione è grave, anzi gravissima, non tanto perché comporti l’abolizione della Circoscrizione Estero, quanto perché cancella l’”effettività” dell’esercizio del diritto di voto degli italiani all’estero, che la Carta aveva finalmente accolto dopo decennali battaglie.

Con essa è stata cancellata la più grande ipocrisia della nostra storia democratica: affermare che milioni di cittadini residenti all’estero fossero uguali agli altri e nello stesso impedire di fatto che essi potessero esercitare davvero il primo dei loro diritti, quello di voto.
Questo non è un problema degli eletti della Circoscrizione Estero, ma di milioni di concittadini che vivono all’estero. Questo è un problema della democrazia italiana”.

CRAC NELLA MAGGIORANZA

Illustre Presidente Berlusconi,
ci permetta di fare riferimento, in quanto eletti del Popolo della Libertà nella Circoscrizione Estero, alle notizie di stampa che riportavano la “soppressione” di suddetta circoscrizione elettorale tra le proposte di modifica costituzionale che il Governo starebbe considerando, su iniziativa del Ministro Calderoli.
Al riguardo, nello specificare che tale indicazione non ha mai fatto parte del programma elettorale e politico del Suo e nostro Governo, siamo a richiederLe urgentemente la cortesia di un incontro diretto.
Ci permettiamo all’uopo di ricordare che:

1. “L’Altra Italia” esiste davvero e non è frutto di una elucubrazione argomentativa “Pan-italiota”;
2. i 4,4 milioni di connazionali attualmente iscritti all’AIRE sono solo una frazione di tutti quelli effettivamente residenti all’estero;
3. nessun altro Paese al mondo ha sperimentato un fenomeno migratorio comparabile al nostro per quantità, estensione nel mondo e durata nel tempo (compresi -ahinoi- i giorni nostri);
4. gli Italiani (compresi quelli all’estero) hanno, in base alla nostra Costituzione, i diritti politici che discendono dalla loro cittadinanza;
5. nessun altro criterio (conoscenza della politica italiana, censo, residenza, sesso, religione, durata o motivo della permanenza all’estero, ecc.) vale a discriminare quanto sopra;
6. nella recente tornata referendaria circa 800.000 residenti all’estero hanno preso parte al voto;
7. in seguito alla “svendita del voto all’estero” causata dal panico da quorum patito in quei giorni dal PD e dall’IDV, per la prima volta dopo un certo tempo, noi eletti del PDL abbiamo finalmente potuto riprendere una forte iniziativa politica sul territorio (nel quale veniamo eletti tramite preferenze individuali);
8. il voto postale è regolarmente utilizzato, da decenni, in molti Paesi civili e democratici;
12. Sette parlamentari eletti all’estero appoggiano il Governo;

Fiduciosi nella Sua comprensione della gravità ed urgenza della problematica venutasi a creare, rimaniamo in attesa di un Suo cortese riscontro, ringraziandola comunque per l’attenzione che potrà rivolgere a questa materia pur in un periodo particolarmente complicato come quello che il nostro amato Paese sta vivendo.

Sen. Caselli, Fantetti, Giordano, On. Angeli, Berardi, Picchi, Razzi

CAROZZA (CGIE)

“Nonostante questo ulteriore schiaffo e umiliazione agli italiani all’estero, le nostre lotte per l’affermazione dei diritti e per riconoscere e valorizzare la risorsa che essi rappresentano per il Paese Italia non si fermeranno”: così il segretario generale del Cgie Elio Carozza sulla riforma costituzionale contenuta nella cosiddetta “Bozza Calderoli” che prevede, tra le altre cose, l’eliminazione della circoscrizione estero.
Un testo, continua Carozza, che “non solo cancella la Circoscrizione Estero prevista dall’art 48 della Costituzione, costituendo un fatto gravissimo, ma ancora più gravemente elimina il sacrosanto diritto di voto di milioni di persone che vivono fuori dai confini nazionali”.

“L’Italia – commenta il segretario generale del Cgie – è uno strano Paese che permette un vero paradosso. Nel momento in cui il sistema di rappresentanza costruito per i propri cittadini che vivono fuori dai confini nazionali, viene considerato come esempio da imitare da molti Paesi Europei e non, anche i più avanzati, si decide di smantellare tutto e di riaprire una ferita della storia dell’emigrazione italiana e del suo rapporto con la madrepatria. Volontà, questa del nostro Governo, piena di pregiudizi e di superficialità, che umilia milioni di persone e una lunga storia fatta di uomini e di donne, una storia che dovrebbe essere considerata parte integrante del nostro Paese. In questi ultimi mesi. festeggiando il 150 anniversario dell’Unità d’Italia, abbiamo avuto occasione di evidenziare il ruolo e l’importanza della nostra emigrazione anche in riferimento allo sviluppo economico italiano del dopoguerra e alla sua credibilità nel mondo”.

“Le iniziative di smantellamento messe in atto negli ultimi anni in materia di politiche in favore degli italiani all’estero, in particolare quelle destinate alla diffusione e al mantenimento della lingua e cultura italiana, ai servizi consolari, all’informazione e all’assistenza, insieme alla scelta di ridimensionare e svilire la rappresentanza intermedia, i Comites ed il Cgie, – per Carozza – confermano quanto il vero obiettivo nascosto in realtà fosse proprio il diritto di voto e di rappresentanza. La scelta di voler trattare la riforma della rappresentanza in maniera disorganica, in assenza di una visione globale, ha causato la frammentazione di tutta la questione legata agli italiani all’estero”.

“Come Comites e Cgie – ricorda – avevamo intuito questo pericolo sin dall’inizio della discussione sulla riforma. Abbiamo cercato di convincere e sollecitare le forze politiche presenti in Parlamento ad invertire il percorso e a guardare alle nostre Comunità che vivono nel Mondo come una fortissima risorsa per il Paese Italia. Fino ad oggi non ci siamo riusciti. Abbiamo avuto spesso la sensazione di trovarci di fronte al detto “non c’é peggior sordo di chi non vuol sentire”. Ci aspetta un lungo e complesso percorso, considerati i tempi dell’iter della riforma Costituzionale. Credo di poter confermare, anche a nome dei Comites e di tutto il Cgie, il pieno e continuo impegno per l’affermazione dei diritti di milioni di connazionali. Il nostro Paese – conclude – deve prendere coscienza dell’ immenso patrimonio di cui dispone nel Mondo, costituito dai suoi cittadini ed in particolare dalle giovani generazioni”.

DI BIAGIO (FLI)

Aldo Di Biagio, deputato del Fli, eletto nella circoscrizione Europa, parla alla Stampa di tagli ai costi della politica. Secondo lui abolire la circoscrizione estero è una follia: “le elezioni all’estero costano 8 milioni: su un costo complessivo che supera i 300 non mi pare una grande spesa”.

“Quella dei parlamentari italiani eletti all’estero, per noi è una esperienza nuova e io sono il primo a dire che alcune cose andrebbero modificate. Voglio dirlo subito, per poter poi aggiungere che abolire queste rappresentanze sarebbe una follia. Intanto è stata una esperienza che gli 8,5 milioni di italiani che votano all’estero hanno apprezzato moltissimo. Seconda cosa: l’Italia, così facendo si è messa in linea con le altre democrazie europee che hanno parlamentari eletti oltre confine. Vogliamo fare sul serio marcia indietro?”.
E sugli oneri economici precisa: “Le elezioni all’estero costano 8 milioni: su un costo complessivo che supera i 300 non mi pare una grande spesa. Quanto al fare avanti e indietro, che ci pagano solo il volo e comunque abbiamo un budget fisso”. Infine le figuracce: “un paio di noi, effettivamente, non si è comportato bene. Ma si è trattato di beghe tutte interne al territorio nazionale: qui fatte e qui gestite”.

Una bolla di sapone

È quasi una boutade, secondo Di Biagio, la proposta del ministro Calderoli. Un’idea destinata “a risolversi in una bolla di sapone” perché si tratta di una proposta demagogica e populistica, che “per trovare spazio dovrebbe partire da una profonda modifica di legge costituzionale che mi sembra molto difficile, visto il clima attuale della politica”. Secondo Di Biagio “non si discute che vi siano degli elementi di criticità” nell’istituto del voto all’estero “tanto che come Fli abbiamo presentato diversi dl per migliorarlo” ma “stiamo parlando di una diritto acquisito, di un’esperienza non più soltanto nostra ma di tutti i paesi europei, dalla Croazia alla Francia: tornare indietro sarebbe fuori da ogni logica”.

Di Biagio ricorda ancora “l’enorme diaspora di italiani, ed è una banalità dire che non devono votare perché pagano le tasse altrove: a chi dice così rispondo ‘avete mai sentito parlare di doppia imposizione fiscale?’.
Sono una grande risorsa per il Paese, sono stati i più grandi sponsor del ‘made in Italy’, era giusto prima o poi doverci fare i conti”. Senza contare che “la nuova mobilità è fatta di gente giovane che vive in Europa e ha grande voglia di partecipazione”.

Anche l’ombrello della ‘riduzione dei costi’ nel nome di cui è stata assemblata la bozza Calderoli va in parte chiuso: “Parlano di riduzione di costi quando si è deciso di staccare il referendum dalle amministrative, se ne ricordano solo quando vogliono – chiosa Di Biagio -. Un taglio del 30% dei parlamentari alla Camera sarebbe una buona cosa, ma andare oltre il 50% è inaccettabile. Il Senato federale invece lo auspico assolutamente, lì ci sono le lobby del non fare, si possono vedere cose inenarrabili…”.

Populismo in salsa leghista

“Ci mancava in questo clima caldo una bella ventata di sano populismo in salsa leghista. La riforma costituzionale annunciata da Calderoli mantiene con difficoltà i piedi per terra e mira esclusivamente ad accattivarsi un elettorato ormai stufo e disilluso”. “Taglia a destra e a manca e arriva a sopprimere la circoscrizione estero, annullando un diritto cogente in quanto fissato a livello costituzionale e facendo un palese e deprecabile passo indietro nel sistema ordinamentale italiano”, continua Di Biagio.
“Forse – ipotizza il deputato – Calderoli intende bissare l’esperienza del porcellum del 2005 o si sente troppo oscurato dalle beghe dei suoi compagni di partito? Qualcuno spieghi al Ministro leghista che né con i tagli dei parlamentari né con le “sfiducie costruttive” si ricostruisce il Paese e la fiducia degli italiani”.

NARDUCCI (PD)

ROMA – “Nella bozza di riforma istituzionale presentata dal ministro Roberto Calderoli che sarà esaminata nella prossima riunione del Consiglio dei Ministri c’è un’amara sorpresa per gli italiani all’estero che la dice lunga sull’atteggiamento tenuto sino ad ora dal Governo Berlusconi nei confronti dei nostri connazionali nel mondo. Si legge: ‘All’articolo 48 della Costituzione, il terzo comma è abrogato’, questo vuol dire che viene soppressa la Circoscrizione Estero ed archiviata l’esperienza del voto all’estero”. Lo pone in rilievo in una nota il vice presidente della Commissione Esteri Franco Narducci, eletto con il Pd nella ripartizione Europa.

“Nella passata legislatura – prosegue Narducci – abbiamo difeso con forza la circoscrizione Estero e mentre, anche in quella occasione, la Lega si batteva per l’abolizione di quella stessa Circoscrizione, noi avevamo ottenuto, nella proposta di legge Violante approvata alla Camera, di mantenere una presenza di 6 deputati ed una presenza significativa di rappresentanti dall’estero nell’allora proposto Senato delle Regioni. Ed è da quell’assunto che dobbiamo ripartire se non vogliamo disperdere un patrimonio che questo Parlamento non è riuscito ancora a valorizzare e non vogliamo rimettere indietro le lancette dell’orologio cancellando una conquista innovativa a cui guardano con interesse numerose altre nazioni.

Ci auguriamo – conclude – che i parlamentari eletti all’estero appartenenti alla maggioranza di Governo possano interloquire con il Governo stesso per rivedere le posizioni, in questo avranno il sostegno certo dell’opposizione.

FANFETTI (PDL)

“Sembrerebbe che il Ministro Calderoli si sia voluto applicare alla complessa materia degli Italiani all’estero con la stessa intelligenza politica, educazione e senso della misura che aveva già dimostrato in passato su altre complesse questioni internazionali quali, ad esempio, i flussi migratori e/o i rapporti tra confessioni religiose”.

Questo il commento del senatore Pdl Raffaele Fantetti secondo cui “se dovesse essere confermata la proposta di soppressione della circoscrizione estero nell’ambito della più vasta riforma costituzionale del sistema istituzionale italiano, dovremmo tuttavia far rilevare che questa ipotesi, a differenza delle altre proposte, non rientra nel programma elettorale del Governo Berlusconi”.

Il senatore eletto in Europa ricorda che “nel 2008 siamo andati a chiedere la fiducia degli Italiani sulla base di un preciso e completo programma politico. La abbiamo ottenuta, compresa quella di centinaia di migliaia di Italiani residenti all’estero ai quali è stata promessa una valorizzazione del loro ambito e non la loro soppressione istituzionale”.