Napolitano incontra i leader dell’opposizione

ROMA – Giorgio Napolitano si astiene da esternazioni e commenti pubblici, ma è evidente la preoccupazione con cui segue l’andamento della Borsa e gli sviluppi di una situazione politica che mostra il governo in difficoltà a causa delle tensioni Pdl-Lega, con evidenti ricadute sui lavori parlamentari, e sul delicatissimo versante politica-giustizia, che proprio oggi torna a cimentare le due aule parlamentari, chiamate a votare quasi contemporaneamente l’autorizzazione all’arresto di un deputato del Pdl e di un senatore del Pd. In primo piano resta la partita economica, le misure per il risanamento dei conti, varate in tempi record, con una coesione nazionale inedita,’’un miracolo’’ evocato dallo stesso Napolitano che è stato il regista della convergenza.


Dopo due giornate negative, ieri la Borsa di Milano ha chiuso in rialzo. Anche Napolitano ne ha preso atto con sollievo, ma ha voluto acquisire ulteriori elementi direttamente dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che è stato ricevuto al Quirinale, formalmente per una visita di cortesia, la prima da quando è responsabile di Piazza Affari. Per proseguire il risanamento, ha detto a più riprese Napolitano, servirà ancora rinnovare la coesione fra le forze politiche, la convergenza fra maggioranza e opposizione, sia pure nel rispetto dei ruoli,e ciò richiede la buona volonta’ sia del governo che dell’opposizione. Perciò le parole del segretario del Pd Pierluigi Bersani hanno suscitato un certo allarme. Il segretario generale dei democratici ha annunciato:
– Qui si ferma la nostra responsabilità per una manovra approvata con la fiducia e che è sbagliata e iniqua.


Il capo dello Stato si è fatto spiegare di persona il senso di quel ‘basta’ ricevendo Bersani al Quirinale. Il ‘no’ si riferisce, a quanto ha spiegato Bersani, a un metodo in cui la maggioranza e il governo decidono tutto e blindano le misure con la fiducia. La richiesta è di partecipare anche alla scelta e alla formulazione delle proposte. E’, più o meno, ciò che lo stesso Napolitano aveva chiesto domenica con la lettera al Sole 24 Ore. Prima di Bersani, Napolitano ha ricevuto Pier Ferdinando Casini, il leader dell’Udc, che ha concorso insieme al segretario dei democratici alla coesione chiesta da Napolitano. Anche da questo versante sarebbe venuto un consenso condizionato al metodo. Dipenderà dunque da come il governo vorrà giocare le prossime mosse. E anche dal raggiungimento di un più chiaro equilibrio al suo interno. L’incerta coesione della maggioranza è apparsa in piena luce a Montecitorio durante l’esame del decreto legge sui rifiuti, un provvedimento fortemente voluto da Napolitano per affrontare la grave emergenza di Napoli e nato a Palazzo Chigi con il ‘no’ del Carroccio, che continua a opporsi, anche adesso che il testo è all’esame dell’aula di Montecitorio, a norme chiare per autorizzare l’invio dei rifiuti campani in altre regioni. Di fronte alle resistenze leghiste, ad un certo punto, il governo ha cercato invano di rimandare la palla verso la propria porta, proponendo il rinvio del testo in Commissione. Ma ha subito una clamorosa bocciatura. E ora si parla del ritiro del provvedimento. Napolitano si è guardato bene dal fare alcun commento, visto che la partita è ancora aperta, ma è facile indovinare la sua delusione.