Boasson Hagen vince sul Pinerolo, Contador continua nella rimonta

PARIGI – Che Norvegia al Tour de France: beffato martedì in volata dal connazionale Thor Hushovd, è Edvald Boasson Hagen ad arrivare primo sul traguardo di Pinerolo, ottenendo il riscatto che aveva persino annunciato. E’ la seconda vittoria di tappa per lui in questo Tour, la quarta per la Norvegia. Lo seguono a ruota l’olandese Bauke Mollema ed il francese Sandy Casar.


Ad accendere la tappa è di nuovo Alberto Contador: come è suo l’attacco decisivo che, in una frazione con cinque gpm, non arriva in salita, ma anzi nell’insidiosa discesa di Pramartino. Lo spagnolo si porta dietro Samuel Sanchez, ma i due non riescono a fare il buco. Guadagnano secondi solo sulla maglia gialla Thomas Voeckler, che pasticcia in discesa, e su Ivan Basso. I due perdono 27”.


Dopo questi 179 km, in cui il Tour ha sconfinato in Italia dopo tre anni, ritrovando per la prima volta il sole, si è in parte riscritta la classifica. Voeckler ha ora 1’18” su Cadel Evans, 1’22” su Frank Schleck e 2’36” su Andy Schleck. Crescono nella generale Sanchez (2’59”) e Contador (3’15”), mentre Basso – che ha perso più di un minuto in due giorni – si fa sorpassare da Damiano Cunego. Rivalità azzurra? “Sana e giusta”, commenta il veronese.


Da parte sua Basso sostiene: “Damiano è un grande campione, è giusto che sia davanti”. Al di là di veri o fasulli derby interni, è stata una tappa importante alla vigilia della grande scalata del Galibier. A cogliere il momento giusto e a prendere l’iniziativa è dunque Contador che prima stacca nel Col di Pramartino (6.7 km, 6%), ultimo dei cinque gpm di giornata, e poi affonda nella vertiginosa discesa finale, portandosi dietro l’alleato e amico Samuel Sanchez. Sulla linea lo ringrazierà per la collaborazione.


“Ero obbligato ad andarmene in discesa, perché tanto in salita tutti mi controllavano”, ha poi spiegato Contador, che ha ritrovato non solo le strade tipiche del Giro, ma anche le gambe dell’epoca. “In più non era una salita dura dove potevo fare la differenza”. Buona la tattica, ottima la forma, ma Evans, gli Schleck, che non smettono di cercarsi con lo sguardo, ed anche Cunego riescono a neutralizzare l’attacco e a non perdere nulla. La discesa si rivela invece particolarmente insidiosa per la maglia gialla. L’ottimo discesista Voeckler sbaglia invece tutto, prima scivola, poi finisce su un terrazzino privato: “Ho preso troppi rischi – ha ammesso – alla fine sono anche stato fortunato, potevo lasciarci la clavicola”.


Per lui è stato l’ottavo giorno in giallo. In programma oggi, Colle dell’Agnello, Izoard e arrivo sul Galibier. Andy Schleck, che ha superato la brutta giornata di martedì, ritiene che sarà “la tappa decisiva, la più dura e la più palpitante del Tour”.


Per il lussemburghese, lui ed il fratello Frank dovranno contendersi il podio di Parigi con Evans, Contador e Sanchez. Entrato nel vivo, il Tour resta ancora incerto. Incerte sono anche le previsioni meteo per oggi, con un piccolo, ma esistente, rischio di neve proprio sul Galibier, 2.645 metri, l’arrivo in assoluto più alto del Tour. Nella peggiore delle ipotesi gli organizzatori sono disposti a spostare il traguardo più a valle. Ed anche questo potrebbe contare.