Flora e Vittorio: gli osti della cucina romana a Caracas

CARACAS – I coniugi Marcucci ripartono dallo stesso punto, o meglio dallo stesso angolo, in cui 3 anni fa avevano lasciato: la esquina che collega viale Mohedano con via Los Chaguaramos. Nei locali di quello che fu il ‘Casa Vecchia’ la coppia di cuochi ristoratori ha deciso di aprire ‘L’Osteria Ristorante’. Ambiente nuovo, spazioso e ammodernato, terrazza enorme, mobilia elegante: gli ingredienti per far sentire l’ospite nell’agio più completo non mancano.

Il termine ‘oste’ deriva dall’inglese ‘Host’, ‘ospitare’ in italiano, ricorda la prima pagina del menù: con Flora e Vittorio nulla è lasciato al caso, nemmeno il contesto linguistico, figuriamoci quello storico, di conseguenza a loro modo di vedere non è banale ricordare che le osterie esistono in Italia già dai tempi dell’impero romano.
In Italia, ma non in Venezuela. Allora hanno deciso di pensarci i Marcucci. Arrivati a Caracas nel 1973 hanno aperto una galleria d’arte, ‘El Marfil’. È stato subito successo. Se l’Ambasciata d’Italia viene a chiederti di curarne l’arredamento sicuramente non ci si sente tra gli ultimi arrivati. Vittorio viene anche nominato Cavaliere del Lavoro dal presidente Sandro Pertini. Poi nel 1983 arriva il Viernes Negro, con la svalutazione del bolívar e le ristrettezze economiche che ne conseguono, e i Marcucci sono costretti a chiudere. Non c’è problema, il Venezuela è un paese che permette di rifarti subito.

Convinti da alcuni amici della bontà della propria maniera di cucinare, decidono di aprire un ristorante, il ‘Da Vittorio’. La comida è tipicamente romana, una novità per la Caracas dell’epoca. I clienti non si fanno attendere e l’attività decolla in un batter d’occhio. Bruschetta, carpaccio, carciofi e trippa alla romana fanno il loro ingresso trionfale in terra caraibica.

Il buon esito del ‘Da Vittorio’ non è un caso isolato. La cucina di Flora e suo marito piace da far impazzire e le esperienze successive sono lì a confermarlo: ‘La Dolce Vita’ e il ‘Casa Vecchia’ si trasformano ben presto in locali di grande richiamo. Il secondo dei due in modo particolare, durante 20 anni costituirà un punto di riferimento gastronomico de La Castellana, a tal punto da essere premiato nel 1998 – racconta a La Voce Vittorio Marcucci – come uno dei migliori ristoranti italiani all’estero: il riconoscimento è prestigioso, a conferirlo è Oscar Luigi Scalfaro, all’epoca presidente della Repubblica.

Poi il ‘Casa Vecchia’ è costretto a chiudere. Sopraggiungono tre anni di pausa e tanta voglia di ricominciare, e al più presto. Vittorio e Flora si rimboccano le maniche e calano il poker: l’asso mancante, il numero 4 della loro avventura culinaria porta il nome di ‘L’Osteria-Ristorante’.

Menù di carne, pesce, risotto, pasta fatta a mano e pizza: l’intento è quello di soddisfare ogni tipo di gusto. Ottimi vini italiani, cileni ed argentini fanno da accompagnamento alle specialità della casa: capretto al forno, focaccia, pappardelle alla boscaiola, manicotti dell’oste, mozzarella in carrozza, mero al filetto con linguine e saltimbocca alla romana.

Date le golose premesse viene spontaneo da chiedersi: sarà ancora successo? Nessuno si azzarderebbe a scommeterci un solo bolívar contro.

Giovanni Di Raimondo