Confindustria avverte: «Crescita quasi nulla»

ROMA – Nel terzo trimestre del 2011 la crescita sarà ‘’quasi nulla’’, avvertono gli economisti di Confindustria. Ed a fine 2011, secondo le previsioni del centro studi di Confcommercio, si fermerà ad un risicato +0,8%, meno delle precedenti stime, e meno di quanto previsto dal governo. Gli ultimi dati confermano l’allarme crescita bassa per il nostro Paese. Ed ancora una volta descrivono uno scenario in peggioramento rispetto alle analisi precedenti. Mentre la debolezza del tessuto produttivo si traduce in una emergenza per l’occupazione.
– Le tante vertenze critiche aperte in tutto il Paese – dice la leader della Cgil, Susanna Camusso – sono la conferma di una modalità di governo nazionale e locale che non ha in testa la crescita e lo sviluppo ma che in fondo accompagna processi di debolezza e deindustrializzazione del nostro Paese.

In un contesto generale difficile, con la crescita mondiale che ‘’perde colpi’’, per il centro studi di Confindustria ‘’per l’Italia si profilano debolezza della domanda interna, minor forza di quella estera, ripercussioni dalle violente turbolenze finanziarie globali, stretta sui conti pubblici’’. Così ‘’la crescita sarà quasi nulla nel terzo trimestre dopo che nel secondo si è avuto un aumento dell’1,6% della produzione industriale, concentrato nella prima parte del periodo, che ha originato una temporanea accelerazione del Pil’’. Mentre ancora non si vede la luce di una svolta: ‘’gli indicatori puntano ad una nuova e prolungata fase di variazioni del Pil che saranno molto difficilmente superiori all’1% annuo’’, anche per ‘’consumi piatti’’, un quadro degli investimenti ‘’deteriorato’’, l’export che ‘’frena più dei mercati di sbocco’’.

Quanto alle stime di Confcommercio (che ha rivisto in ribasso le previsioni del Pil 2011 dall’uno allo 0,8%), pesano anche gli ‘’effetti recessivi’’ legati alla manovra economica varata la scorsa settimana. Per il presidente, Carlo Sangalli, ‘’inesorabilmente il taglio delle agevolazioni fiscali e il prevedibile aumento complessivo delle tasse avranno un ulteriore effetto depressivo su crescita e consumi’’. Servirebbe, dice, ‘’un’iniezione di fiducia, certezza e coesione sociale, che la politica con spirito bipartisan deve dare al Paese, per varare quei provvedimenti indispensabili e urgenti per far ripartire la nostra economia subito’’.