Scozzoli d’argento, altro podio azzurro

SHANGHAI – Nessuna stravaganza o passione al limite, i film, la formula uno, una fidanzata di nome Carlotta e un tatuaggio sul braccio a ricordagli quanto l’europeo di Budapest gli abbia cambiato la vita. Insomma un bravo ragazzo, anzi “mentalmente sano”.


Roba da altri tempi anche per uno cresciuto in campagna con una sorella, tre pastori tedeschi, un padre che li allena per hobby, e due miti: Domenico Fioravanti e Kosuke Kitajima. Dna da rana, stile in piscina che corre sempre tra genio e sregolatezza: non per Fabio Scozzoli, nato a Lugo, residente a Forlì, trapiantato a Imola, e ora catapultato sul podio mondiale di Shanghai che fa di lui il campione d’argento che riporta un pò di azzurro in un’Italia finora tutta rosa.


Cento metri “quasi perfetti” dice incapace di trattenere l’emozione anche il suo tecnico, Tamas Gyertyaanffy, ungherese esperto di tattica ranista e di barzellette con cui stempera la tensione pre gara. Già una gara con un tempo, 59”42, che demolisce il primato italiano abbassato in batteria dal romagnolo (59”83) e che sta dietro solo al 58”71 di Alexander Dale Oen, un altro ragazzo dalla faccia pulita, che ha vinto per lui e per il suo Paese, la Norvegia, sotto choc per la strage insensata di oltre 90 ragazzi.


Scozzoli sta davanti però al sudafricano Cameron Van Der Burgh, bronzo, a cui prima di tuffarsi in acqua aveva fatto cenno di spostarsi visto che era andato dritto nella corsia, la tre, dell’azzurro. Ma soprattutto lascia fuori dal podio il samurai della rana, quel Kitajima che da dieci anni nello stile più pazzo della vasca ha vinto tutto.


“Sapevo di potermi giocare la medaglia con lui, ma l’orgoglio di averlo battuto, lui che è sempre stato il mio idolo mi fa un grosso effetto. Solo fino a pochi mesi fa era un sogno” dice Scozzoli, leone di razza, 23 candeline da spegnere il 3 agosto, due giorni prima del pezzo più pregiato dell’Italnuoto, Federica Pellegrini.
L’exploit Scozzoli lo aveva vissuto all’europeo del 2010: oro nei 50 e bronzo sui 100: dodici mesi dopo un altro balzo in avanti, con la voglia di non fermarsi qui. In mezzo il desiderio di continuare quella vita fatta di cose piccole, semplici.


“E’ vero sono un ragazzo sano, ma non solo fisicamente – racconta senza perdere mai il contatto con l’argento brillante della sua prima medaglia mondiale (ha vinto un argento sempre sui 100 ma in vasca corta) – ho scelto la rana perché lo stile con più fascino, quello tecnicamente più difficile: ma del ranista ho poco, non sono uno ‘dannato’. Anzi, tengo sempre la testa sulle spalle e se non lo faccio ho intorno gente che mi aiuta in questo senso”.


Ultimamente anche un mental trainer, che lo ha aiutato a trasformare in energia positiva certe tensioni.
“Le medaglie di Budapest hanno cambiato il corso della mia vita – aggiunge – ora nulla è più inaspettato. Ma tutto è frutto del lavoro, basta saper tenere la testa sulle spalle. Qui sono riuscito a esprimermi al meglio, forse ho fatto qualche errore, ma la gara mi è sembrata ottima. Avevo studiato gli avversari e solo Alexander era una spanna sopra me e gli altri. Ora voglio lavorare serenamente e a Londra vedremo”.
Il muro del minuto lo aveva già infranto in batteria, poi è arrivato l’argento, ci sono ancora i 50 da nuotare, ma lo sguardo vola già fino a Londra.


“Adesso Fabio é tra i migliori al mondo – dice commosso il tecnico – non facciamo miracoli, solo lavoro e testa. E lui è un ragazzo mentalmente sano: le Olimpiadi? Ci sono il prossimo anno, limeremo qualcosa, ma eccoci”.


La rana è una disciplina che viaggia su una corsia per conto suo: Scozzoli, il primo re di questa Italia che anche a Shanghai ha celebrato solo donne, ha invertito la rotta. Avanti ai maschi, tutti casa e piscina.

PALLANUOTO – Il setterosa vola in semifinale. Il Setterosa è la prima squadra ad entrare nel nuovo Club Olimpico, in base ai criteri definiti dalla Giunta del Coni nell’ultima riunione del 21 luglio. Avendo battuto infatti l’Australia ai rigori nei quarti di finale del Campionato Mondiale in svolgimento a Shanghai la nazionale femminile di pallanuoto ha acquisito quello “status” necessario per far parte del Club Olimpico.


Per la pallanuoto infatti nell’anno preolimpico solo le classificate dal primo al quarto posto hanno diritto ad entrare nello speciale elenco istituto dal Coni che garantirà quindi alle 13 atlete un contributo di 16 mila euro annui a testa. Tale somma complessiva di 208 mila euro verrà data alla Federazione Italiana Nuoto, in quanto per gli sport di squadra il club olimpico non è a titolo individuale ma come “entità tecnica”.


In vista di Londra 2012, il Setterosa ha una solo chance di qualificazione, nel prossimo anno con un apposito torneo a livello mondiale che si disputerà in Italia dal 15 al 22 aprile (tre i pass a disposizione).