“Encuentros”: il corpo si fa Arte In mostra anche le opere di tre italiani

CARACAS – Si inaugura questa sera alle ore 19 nella Sala 5 del Museo di Arte Contemporanea dello stato Zulia (Maczul), a Maracaibo, la mostra itinerante “Encuentros”, curata da Edgar Gonzales. Un solo spazio per sette esposizioni personali di arte plastica tra cui quelle di tre artisti italiani: Rita Pierangelo, Lorenza Rizzo e Mauro Liotto.

Inoltre, le opere dei venezuelani Héctor Sánchez e Wilmer Herrison; della brasiliana Dayse Rodrígues; della colombiana Claudia Llinás. In tutto una sessantina di oggetti d’arte tra fotografie, fotomontaggi, quadri in acrilico, pittura mista e olio su tela, per un progetto artistico collettivo – già in mostra a Venezia e Barquisimeto – che pone al centro il ‘corpo’ e la sua relazione con lo spazio e il ritmo. “Encuentros” è il reincontrarsi degli artisti e del pubblico con il corpo.

La dualità dell’Uomo-Bestia è il fulcro del lavoro di Rita Pierangelo. Un Uomo-Bestia che esprime il vizio, il peccato, il difetto di cui è impregnato l’essere umano e nello stesso tempo rappresenta il fascino, la bellezza alternativa che si coglie nell’eterno divenire dell’uomo. Uomo seducente che oscilla tra l’istinto e la ragione, il corpo e il cervello, l’istante e il futuro.
L’Uomo-Bestia si sviluppa attraverso un ipnotico gioco di forme, colori e figure, che l’artista utilizza sfruttando al massimo gli strumenti dell’arte.

Lorenza Rizzo, fotogiornalista a cavallo tra l’Italia e la Francia, inizia gli studi presso l’Istituto di Fotografia ed Arte Visuale Isfav di Padova per poi trasferirsi a Parigi e laurearsi in fotogiornalismo.
Sempre una macchina fotografica al collo, alla ricerca della differenza piuttosto che del cliché, per afferrare l’istante come qualcosa di sublime che possa sfidare il tempo.
Nei lavori di Rizzo i corpi sono sculture che si scontrano, si accarezzano, si intrecciano. I visi sono immagine della realtà e della bellezza, amplificata attraverso la semplicità. Sono però anche parti dello spazio che subiscono, vivono, modellano. Perché parlare del mondo è parlare dell’uomo e del suo palpitarvi.
Mauro Liotto, di Sciaffusa, si affanna tra il dripping, il collage e l’aerografo sino a realizzare opere al limite della sperimentazione che al primo impatto sembrano astratte.

Sono motivi filamentosi, fluttuanti, che si impadroniscono dello spazio. Sono macchie e linee, a volte sottili e talvolta protagoniste, che pulsano irregolari sulle superfici.
Una ‘action painting’ in cui l’astrattismo è vissuto però solo dallo spettatore. Per l’artista le opere sono riproduzioni figurative di una scena vista e vissuta dal’alto, sgocciolata sulla tela da lontano, da dove tutto si distingue, dove ogni movimento si coglie.

La mostra sarà aperta al pubblico sino al 9 ottobre 2011 (da lunedì a venerdì dalle 9 alle 17; sabato e domenica dalle 10 alle 17).
Maczul si trova a Maracaibo, Av. Universidad.

Monica Vistali