Eliminazione della Circoscrizione Estero? Un allarmismo che si va attenuando

Quando la Dott.ssa Monica Vistali – La Voce – m’intervistò telefonicamente sull’argomento, avevo già fatto le mie ricerche e mi ero fatto un’opinione personale ben chiara, non allarmata, anzi, piuttosto positiva. Ma prima di pronunciarmi volli prendere tempo per uscire dalla confusione che aveva creato la stampa. Certo, è bene premunirsi contro possibili iniziative maldestre, anche se appena annunciate, ma, mi ero detto, un’azione politica così importante come lo è la soppressione della Circoscrizione Estero non può essere adottata tanto facilmente e, grazie al cielo, notizie, dichiarazioni e precisazioni di questi giorni mi hanno dato ragione: sarebbe stata una follia.

In passato, ogni qualvolta ebbi l’opportunità di commemorare in pubblico il 2 giugno, Festa della Repubblica, oltre che riferirmi alle fasi storiche che portarono al referendum istituzionale mi piaceva ricordare che in quell’occasione si era compiuto un passo molto importante, un passo politico ma soprattutto di alto valore umano e sociale: il 2 giugno 1946 l’Italia aveva concesso il diritto di voto alle donne, fino ad allora relegate in posizione subordinata. Un episodio che è passato alla storia per il suo valore etico e morale, un passo avanti nella democrazia. Alla luce di quel ricordo, mi chiedevo chi oggi può sentirsi al di sopra di quei valori per decidere di togliere un diritto acquisito alle comunità italiane residenti all’estero. Sarebbe un passo indietro nel cammino della democrazia; un’idea impossibile! E questo era un punto importante che mi sostenava nella mia convinzione.

Venendo ad oggi, sono vari gl’interventi e le dichiarazioni che mi confortano. La prima è la dichiarazione del Senatore Mantica, sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo. Egli il 25 luglio scorso in una dichiarazione a italiachiamaitalia, un quotidiano online, a proposito della riforma costituzionale e della soppressione della Circoscrizione Estero, ha spiegato: “Si tratta di un progetto. Non è stato abolito niente. Nulla è cambiato. E’ un’idea che prevede un dibattito in Parlamento, ed essendo una riforma costrituzionale prevede quattro passaggi fra Camera e Senato”. “Qualcosa quindi di cui si parlerà fra tre anni”. In merito al voto degl’italiani nel mondo il senatore ha precisato: “Nessuno ha mai parlato di eliminare il voto all’estero, nessuno lo discute. Certo, sulle modalità con cui votano gl’italiani nel mondo c’è da ragionare”.
Altra precisazione importante è quella dell’Agenzia Aise che afferma: “Nel corso degli incontri tra Pli e Lega in vista della preparazione del testo esaminato dal Consiglio dei Ministri per la riforma costituzionale, che riguarda anche il Parlamento, si è chiarito che la rappresentanza degli italiani all’estero sarà ovviamente confermata”. “E’ stata una esplicita richiesta del Pdl, che ha trovato pieno consenso nell’ambito di tutta la maggioranza. La rappresentanza di milioni e milioni di italiani è un’importante conquista costituzionale e non sarà in alcun modo messa in discussione”.

Altro elemento rassicurante ce lo fornisce direttamente il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che al termine del Consiglio dei Ministri in conferenza stampa ha affermato: “A settembre ci sarà il voto definitivo della riforma costituzionale”. Si è trattato della formula ”salvo intese” che accompagna il testo e tiene conto della pausa estiva per approfondimenti cui parteciperanno tutti i ministri, capigruppo parlamentari e giuristi esterni”.

Di carne al fuoco ce n’è molta, anche troppa: il Comitato appositamente costituito dovrà affrontare e risolvere temi delicatissimi quali: riduzione del numero dei deputati che passerà da 630 a 250; riduzione del numero dei senatori che passerà da 315 a 250; superamento del bicameralismo perfetto e nascita del Senato Federale, che sarà eletto a suffragio universale e diretto su base regionale; il rafforzamento dell’esecutivo con 32 articoli che serviranno a gettare le basi per l’altra grande riforma, quella del federalismo fiscale.

Alla luce di questi non semplici – e non facili – progetti da realizzare mi sembra che si possa convenire con il Senatore Mantica che afferma: “Oggi, ragionando a bocce ferme, sulla base di ciò che oggi conosciamo, per quanto riguarda la Circoscrizione Estero, mi pare di poter dire che nulla cambierà, almeno in questa legislatura”.

Tutte le nostre istituzioni si stanno organizzando sul tema all’ordine del giorno in modo, eventualmente, da non lascirsi sorprendere.

La difesa incondizionata dei diritti delle nostre comunità all’estero è un tema imprescindibile per chiunque abbia a cuore le sorti del nostro Paese. Difendere le comunità all’estero significa difendere quei cittadini che, fuori dai confini nazionali, vivono nella condizione di ambasciatori permanenti dell’Italianità nel mondo, con tutte le difficoltà che in questa fase storica ciò comporta, e che vorrebbero semplicemente essere ascoltati oltre che, soprattutto, rispettati.

Martinelli Mario