Processo lungo in Senato, opposizione e magistrati: una legge ‘ad personam’

ROMA – Il governo ha deciso di porre la fiducia sul testo di legge allunga-processi in discussione al Senato.
Subito esplodono le critiche.

“Le modifiche al codice di procedura penale in materia di ammissione delle prove in dibattimento, sulle quali il Governo ha posto la questione di fiducia, avranno effetti devastanti sul funzionamento dei processi penali, determinando di fatto la paralisi di tutti i dibattimenti attualmente pendenti”, si legge in una nota della Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati sul cosiddetto ‘processo lungo’.

“Con le nuove disposizioni – si legge – verrebbe eliminata la possibilità per il giudice di escludere l’ammissione di prove manifestamente superflue o irrilevanti, mentre potranno essere escluse solo quelle ‘non pertinenti’. Chiunque comprende che così il difensore dell’imputato potrebbe chiedere e ottenere l’ammissione di un numero indefinito di testimoni sulla medesima circostanza, purché non manifestamente ‘non pertinente’”.

“Ad esempio prosegue la nota dell’Anm – l’imputato che volesse dimostrare come prova d’alibi la sua presenza in una città diversa da quella nella quale è avvenuto il fatto potrebbe chiedere e ottenere la citazione come testimoni di tutti gli abitanti di quella città, senza alcuna possibilità per il giudice di escludere uno o più testimoni. O ancora l’imputato in un processo per uxoricidio potrebbe chiedere e ottenere l’ammissione come testimoni di tutti i suoi amici, parenti e conoscenti sull’esistenza del vincolo coniugale tra lui e la vittima, prova certamente pertinente, ma altrettanto certamente manifestamente superflua. E gli esempi potrebbero moltiplicarsi”.

“Se il governo si assume la grave responsabilità di mettere la fiducia su un provvedimento di natura parlamentare come quello sul processo lungo, è necessario che il neoministro della Giustizia Nitto Palma venga subito in Senato a spiegare il perché. Una decisione del genere, assolutamente ingiustificata non si spiega se non con la necessità di salvare il presidente del Consiglio da uno dei suoi tanti processi. E’ una cosa inaccettabile. E tutto questo avviene nel silenzio più totale e nel totale asservimento della Lega ai bisogni del premierBerlusconi”, afferma la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro. Che continua: “In una situazione del Paese gravissima, testimoniata anche dalle notizie sulla Borsa in cui servirebbe un clima politico positivo e costruttivo, ci troviamo invece di fronte a un governo e una maggioranza di irresponsabili che, per gli interessi di un premier disperato, ancora una volta umiliano il Parlamento, la Giustizia, il nostro Paese”.

‘’Il giorno dopo che le parti sociali hanno chiesto un cambio di passo per affrontare la crisi il governo ha risposto mettendo la fiducia al Senato sul ddl allunga-processi, che serve solo al presidente del Consiglio. Mi chiedo se questo sia il primo atto da ministro della Giustizia di Nitto Palma’’, dice il capogruppo del Pd Dario Franceschini, in Aula alla Camera.

‘’Se il buongiorno si vede dal mattino siamo messi male, visto che nel suo primo giorno da ministro Nitto Palma si è reso complice di azioni a tutela della criminalità e non della giustizia” commenta il presidente dell’Idv, Antonio Di Pietro. “Queste norme permettono a Berlusconi di aggiustare i suoi processi e impediscono alla giustizia di funzionare. Non a caso, viene colpita la norma varata all’indomani della strage di Capaci, con cui veniva fatta salva l’acquisizione delle sentenze definitive, di modo che, anche nei processi di mafia, si potrà riaprire all’infinito la lista dei testimoni. Di fronte a tale scelleratezza non resta che la mobilitazione di massa: costi quel che costi. E’ ormai procrastinabile salvaguardare la democrazia e lo Stato di diritto’’.