Dopo l’appello delle parti sociali, Pd e Colle chiedono una ‘svolta’

ROMA – Dopo l’appello delle parti sociali al governo – perchè fronteggi la crisi con un patto per la crescita e un segnale di discontinuità – maggioranza ed esecutivo si esercitano in un gioco di frizione: non sottovalutare un tale richiamo e insieme stroncare ogni strumentalizzazione. In primis quella delle opposizioni, che colgono l’occasione e fanno leva sul termine ‘discontinuità’ per invitare Silvio Berlusconi a fare le valige. O almeno, come chiede il segretario Pd Pier Luigi Bersani, che questo abbia “la decenza di riconoscere che le priorità del paese non sono il processo lungo e di venire in Aula a riferire sulla crisi’’.

– Di fronte a ciò che sta accadendo sui mercati – sostiene Bersani -, con tutti i rischi che questa tempesta finanziaria comporta per l’Italia, e ai problemi che ha di fronte l’economia del nostro Paese a causa della scarsa crescita e della perdita dei posti di lavoro, è davvero indispensabile che il presidente del Consiglio venga a riferire in Parlamento e accetti che finalmente si apra un dibattito sulla reale situazione dell’Italia e su come uscire dalle difficoltà.

E rileva, quindi, che “il Governo finora non ha mai risposto alle ripetute richieste e alle proposte che il Partito democratico ha presentato in Parlamento, a Bruxelles e alle parti sociali nel corso degli ultimi mesi”.
– Non è stato in grado di dare una risposta vera ai problemi e anzi ha varato una manovra iniqua che rischia di aggravarli scaricando tasse e tagli dei servizi sui ceti medi e bassi.

E insiste che “dopo mesi di latitanza, abbiano almeno la decenza di riconoscere le priorità del Paese, che non sono il processo lungo ma la crisi dell’economia’’. Anche Napolitano – che ha invocato “uno scatto”, una “svolta” bipartisan – sembra agganciarsi all’appello di banche, industriali, sindacati, artigiani e commercianti. Ma il premier non ne parla in cdm, rimarcando che la ‘discontinuità’ invocata non può avere a che fare con la pretesa di un suo passo indietro.
– Finora – avrebbe detto il premier – il peggio si è evitato grazie alla tenuta dell’esecutivo e alle politiche che abbiamo messo in campo, a partire da una manovra riconosciutaci anche dall’Ue.

Fonti del governo sottolineano che apprezzamenti di rilievo (Fmi e Bce) hanno premiato l’esecutivo, nonostante il momento di debolezza del ministro del tesoro Giulio Tremonti, toccato dall’affaire Milanese, che sul documento delle parti sociali dice: “E’ molto importante, va studiato e discusso’’. Eppure l’allarme sottoscritto da tutte le sigle (ad eccezione della Uil) e la scelta della parola ‘discontinuità’ evoca scenari di ogni tipo, non escluso quello di un governo di ‘unità nazionale’. Motivo per cui il ministro Maurizio Sacconi stoppa fantasiose interpretazioni del manifesto delle parti sociali, invitando a non “piegarle a un progetto politico contro il governo”. Un ragionamento in parte condiviso dall’ex premier Romano Prodi, che afferma: “queste cose non servono a sostituire la politica, perchè senza politica non funzionano neanche queste cose’’. Non arretra, invece, la leader della Cgil, Susanna Camusso, secondo la quale “o il governo è in grado di immaginare un progetto per il Paese, una politica, o è meglio cambiare il soggetto che governo il Paese”.

La maggioranza intanto invita a lavorare tutti insieme per superare la crisi, per realizzare in autunno una grande assise dell’economia, con Governo e organizzazioni economico-sociali. Le opposizioni, convinte che ottobre sia tardi, chiedono al premier di venire in Parlamento a riferire sulla crisi economica.
– Non ne vedo la necessità – ribatte il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto -. Abbiamo discusso del quadro economico pochi giorni fa in occasione dell’approvazione della manovra.