Ministeri: Lega Nord: nuovo scontro col Colle. Sospeso Borghezio

ROMA – Nessun arretramento. Anzi, benzina sul fuoco di uno scontro con il Quirinale tutt’altro che archiviato. Perchè il consiglio federale della Lega, riunito da Umberto Bossi a via Bellerio, ha confermato la linea dura anticipata dal Senatur, e cioè che i ministeri al Nord non si toccano. Anche perchè, è il carico aggiunto dopo tre ore di riunione dei big del partito, il decentramento è possibile, anche per legge.


Dal Colle nessuna reazione ufficiale, ma in ambienti del Quirinale si ribadisce che la lettera inviata nei giorni scorsi al premier, che di fatto bocciava l’operazione come incostituzionale, dice tutto. Ciò non toglie, si ragiona in ambienti parlamentari che questo nuovo affondo dei Lumbard abbia ulteriormente aumentato l’irritazione della presidenza della Repubblica verso le posizioni della Lega. Certo, sarebbe stato il ragionamento del leader padano, bisogna spiegare bene, anche al Presidente della Repubblica, e far capire che, come chiarisce Roberto Calderoli con un intervento in esclusiva per ‘La Padania’, si tratta semplicemente di essere ”più vicini ai cittadini” fermo restando ”Roma Capitale”.


La conferma della posizione leghista uscita dal Consiglio Federale, dunque, non fa che aumentare la distanza con Napolitano, che aveva inviato a Berlusconi una lunga lettera di rilievi ‘in punta di diritto’, resa pubblica l’altro ieri.


E proprio sullo stesso piano rispondono i Lumbard: non solo sottolineando che nel regio decreto citato nella missiva del Capo dello Stato, si dice che ”Roma è sede del governo, ma non si parla dei ministeri”. Ma anche tirando fuori un decreto ministeriale, firmato dallo stesso Bossi nel 2001 per riorganizzare il suo dicastero, nel quale esplicitamente si dice che un ministero, nel caso specifico il suo, ”può avvalersi di sedi periferiche per lo svolgimento delle competenze del Dipartimento”. Ed è proprio sul filo della distinzione tra ministeri e ministri che si gioca la difesa dei ministeri al Nord delle camicie verdi. Il governo, appunto, stia pure a Roma, altro sono le sedi periferiche che avranno, dice ancora Calderoli ”diverse funzionalità ” e si concentreranno soprattutto ”sull’interlocuzione fra i cittadini e le amministrazioni”.


A via Bellerio, peraltro, sarebbe anche circolata la bozza di una lettera messa a punto per spiegare le ragioni del decentramento dei ministeri a Monza, proprio alla luce del richiamo di Napolitano. Sul tavolo del conclave leghista, convocato ufficialmente per questioni ‘tecnico-organizzative’, sono stati affrontate altre questioni ‘calde’, anche in vista della ripresa dei lavori di settembre, come le perplessità sul processo lungo, e la questione mal digerita dagli amministratori locali dei ticket sanitari reintrodotti con la manovra. Ma dal consiglio, come trapela alla fine della riunione, è arrivato pure il richiamo a tutti gli eletti a ”rispettare la linea del segretario”, per mettere un punto alle tensioni interne tra ‘maroniani’ e ‘cerchio magico’ delle ultime settimane. E sulla scia del partito ‘di lotta’ che ”niente ha a che fare con gli intrallazzi di Palazzo”, viene anche ‘cacciato’ il senatore vicentino Alberto Filippi, coinvolto in una polemica-si spiega- per la destinazione d’uso di alcuni suoi terreni in Veneto.


L’altro provvedimento disciplinare deciso dal Consiglio ha portato alla sospensione per tre mesi di Mario Borghezio, per le sue esternazioni dopo la strage di Oslo. L’Europarlamentare ”obbedisce” anche se parla di ”sanzione ingiusta” e ribadisce che continuerà sempre a dire ”quello che pensa”.